IL FILM DI MIYAZAKI TORNA AL CINEMA, MA SOLO PER DUE GIORNI
Uno dei film più belli di Hayao Miyazaki, nonché uno dei suoi primi lavori (prodotto nel 1988) torna al cinema: dopo Nausicaa della Valle del Vento, ora è il turno de Il mio vicino Totoro che sarà in sala, ma solo per due giorni, il 12 e 13 dicembre distribuito da Lucky Red negli Uci Cinemas.
Il mio vicino Totoro è un film indimenticabile, che sebbene all’epoca non abbia avuto un gran successo commerciale, è riuscito col tempo a dimostrare il proprio valore conquistando sempre più pubblico col passare degli anni, e diventando addirittura il simbolo dello Studio Ghibli.
La storia parla di due sorelle, Satsuki e Mei, che si trasferiscono col padre a Tokorozawa, un piccolo villaggio di campagna, ma senza la madre, ricoverata in ospedale a causa di una malattia che ne prolunga l’assenza in famiglia. Per questo e per gli impegni di lavoro paterni, le due sorelle si prendono cura l’una dell’altra, senza dimenticare di esplorare con particolare candore ed entusiasmo ciò che le circonda.
È proprio questa una delle particolarità del film, ossia la centralità della Natura, che si esprime anche attraverso la sua spiritualità e le tradizioni e credenze giapponesi, e attraverso quegli essere che abitano i boschi circostanti. Ed è in modo totalmente ingenuo che Mei attraversa un bosco, che diviene quasi una porta tra due mondi, scoprendo e conoscendo Totoro, il grande troll partorito dalla mente geniale di Miyazaki che sembra un incrocio tra un orso e un procione, e il cui nome nasce dal balbettio della parola “tororu”, appunto troll, pronunciata da Mei.
Ma lui non è che uno dei numerosi incontri che le due bimbe avranno con altre creature analoghe, come i nerini del buio, piccoli esserini fatti di fuliggine che abitano la casa delle due sorelline, o ancora il gatto-bus, un mezzo di trasporto “felino” veloce e invisibile, che si ispira direttamente dalla credenza secondo cui un gatto anziano potrebbe trasformarsi in qualsiasi essere o cosa desideri. I primi incontri con questi esseri generano nello spettatore un certo senso di disagio, per poi lasciare invece spazio a una piacevole sensazione di familiarità.
In ogni film di Miyazaki troviamo degli elementi ricorrenti: l’invenzione di strane creature che attingono direttamente dalle credenze e dalle tradizioni popolari, nonché dalla spiritualità, ne sono un esempio. Accanto a ciò, anche il tema dell’infanzia è uno dei preferiti dell’autore, e qui si esprime attraverso il modo di affrontare la vita da parte delle due bimbe: Mei, la più piccola, vive ingenuamente e con purezza ogni avventura, mentre Satsuki è intelligente e arguta, più riflessiva e meno istintiva. Entrambe sono però accomunate dalla voglia di scoprire, e in questo contesto è la Natura la vera protagonista, mostrata nel film attraverso affascinanti tavole dipinte a mano. Una Natura da conoscere, preservare e conservare intatta: un film che diventa quindi anche un manifesto ecologico che a distanza di tanti anni dall’uscita non potrebbe essere più attuale.
Infine, ricordiamo la colonna sonora del film composta da Joe Hisaishi: molto famosa nel mondo è la canzone Tonari no Totoro, che rimane piacevolmente impressa nella memoria di ogni spettatore de Il mio vicino Totoro.