
UN RITRATTO FREDDO E SPIETATO DELLA GUERRA FREDDA SECONDO SPIELBERG
GENERE: drammatico, spionaggio
DURATA: 141′
USCITA IN SALA: 16 dicembre 2015
VOTO: 4 su 5
Ispirato a fatti realmente accaduti, Il Ponte delle Spie è ambientato nel 1957, in piena guerra fredda e narra dell’inizio della crisi degli U-2 tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Un aereo spia appartenente alla CIA fu abbattuto mentre sorvolava il territorio sovietico. Il pilota Francis Gary Power, sopravvissuto, venne però catturato dai russi e condannato. Il film racconta di come l’avvocato di Brooklyn James B. Donovan (Tom Hanks), a cui viene assegnato l’incarico di negoziare il rilascio di Powers, riesce a gestire lo scambio ‘grazie’ a un’opportunità. Il pittore Rudolf Abel viene infatti arrestato con l’accusa di essere una spia sovietica e spetterà allo stesso Donovan fargli da avvocato per un breve processo, come impone la democrazia.
Il film segna la quarta collaborazione tra Steven Spielberg e Tom Hanks, dopo l’ultima pellicola The Terminal nel 2004. Il Ponte delle Spie attinge a una storia passata per cercare di spiegarci l’attualità della guerra. La scena tra Donovan e il figlio, il quale entusiasta racconta a suo padre cos’ha imparato a scuola sugli ultimi avvenimenti, è uno spaccato di vita fin troppo quotidiano che potremmo vedere anche nelle nostre case, mentre in famiglia si discute su argomenti attuali. Tom Hanks è come sempre un attore grandioso, a suo agio nelle scene d’azione e drammatiche. Il suo James B. Donovan è un uomo tutto d’un pezzo che lotta per i suoi ideali, crede nella giustizia e nelle sue cause, e per questa sua ‘debolezza’, finisce anche per litigare con la moglie. Poi c’è Mark Rylance, che è una scoperta nei panni di Rudolf Abel. In generale, i personaggi sono ben delineati, caratterizzati, così come i dialoghi tra di loro, anche se spesso rischiano di essere un po’ troppo “pesanti” filosofici e difficili da seguire.
Ma cos’è il ponte citato nel titolo del film? Non tutti sanno che il nome si ispira al Ponte Glenicke, struttura realmente esistita a Berlino, ed era luogo in cui avvenivano gli scambi tra servizi segreti americani e spie della Germania Est. La città tedesca, ancora divisa dal muro (che si vede chiaramente anche nelle scene), fa da sfondo alle vicende de Il Ponte delle Spie. Da citazioni di Hitchcock (come la scena dell’inseguimento iniziale) fino a scenografie che ricordano quelle delle pellicole dei fratelli Coen (non a caso sono loro a curare la sceneggiatura), Il Ponte delle Spie ha ancora una volta uno dei temi cardine del cinema di Spielberg, già visto in Salvate il Soldato Ryan, ad esempio: l’importanza del singolo uomo.