HIROKAZU KORE-EDA TORNA A PARLARE DI FAMIGLIA
GENERE: Drammatico
DURATA: 128′
USCITA IN SALA: 1 Gennaio 2016
VOTO: 3 SU 5
Dopo aver analizzato il rapporto padre – figlio in Father and Son, ponendosi la domanda se il genitore è chi mette al mondo i figli o chi li cresce, Hirokazu Kore-Eda torna ad affrontare i legami parentali in Little Sister.
Tratto dal graphic novel Umimachi Diari (Diario di una città di mare) di Yoshida Akima, vincitore dell’Excellence Award all’11° Japan Media Arts Festival e il Cartoon Grand Prize 2013, Little Sister è la storia di tre sorelle Sachi (Haruka Ayase), Yoshino (Masami Nagasawa) e Chika (Kaho) che, al funerale del padre che le aveva abbandonate 15 anni prima, incontrano la loro sorellastra Suzu (Suzu Hirose) e la invitano a vivere nella loro grande casa nella città di Kamakura.
L’opera cinematografica si differenzia dalla graphic novel essenzialmente nella rappresentazione della nuova arrivata. Se Akima ha scelto di raccontare Suzu attraverso gli occhi di Sachi, Yoshino e Chika, nel lavoro di Hirokazu Kore-Eda Suzu rappresenta insieme a Sachi e il loro rapporto le colonne portanti della sceneggiatura.
Little Sister è un mondo femminile dove le poche figure maschili non hanno un ruolo positivo nella vita di queste donne: un padre che tradisce la moglie e abbandona il tetto coniugale ricostruendosi una nuova vita, i molteplici ragazzi di Yoshino che finiscono sempre per spezzarle il cuore e il ragazzo di Sachi, un uomo sposato che non abbandonerà mai la moglie, nonostante le mille promesse.
Con delicatezza, il regista racconta i rapporti fra queste tre giovani donne che accolgono la sorellastra mai conosciuta prima. Come note sfiorate di un piano, sonorità ben presenti nella colonna sonora, le interazioni e l’abituarsi a questa nuova figura non presentano mai screzi o litigate.
Con circospezione Suzu s’immerge nel mondo delle loro sorelle, come un ricercatore etnografico mangia con loro, dorme con loro, ma appare sempre in una piccola bolla che con il passare del tempo si fa sempre più evanescente.
E allo stesso modo Sachi, con cura e affetto accoglie Suzu, l’accudisce, ma sempre con un po’ di timore e distacco. Sarà la meraviglia negli occhi della ragazzina, giovane e ancora aperta alla vita, che incrinerà lo scudo creato nel tempo dopo l’abbandono dei genitori. Sachi, infatti, ha fatto da madre alle sue due sorelle e si è auto-imposta una certa rigidità cercando di tenere il più possibile le cose sotto controllo, non lasciandosi andare alle emozioni, materia totalmente imprevedibile.
La natura abbraccia la storia: l’oceano sul quale si riflettono i fuochi d’artificio, fronde di alberi di ciliegio in fiore che diventano tetto del mondo, la fatica e l’altura della montagna che regala viste mozzafiato rappresentano un grande polmone che espira energia e gioia, contesti nei quali le protagoniste si lasciano andare a momenti di serenità e pace.