SCARFACE USCIVA IL 9 DICEMBRE 1983: PERCHÉ NON RIVEDERLO?
Era il 9 dicembre 1983 ed usciva nelle sale Scarface, con Al Pacino. Naturalmente ho potuto vederlo parecchi anni dopo!
Il film, remake del precedente del 1932 di Howard Hawkes, ma differente per ambientazione fisica e temporale, scritto da Oliver Stone e diretto da Brian De Palma, è diventato una pietra miliare dei gangster movies. Chi non conosce Tony Montana? Come dimenticare il suo sguardo, il suo look, la sua camminata, il suo accento latino?
Tony Montana è un personaggio così vivo da rimare immortale, così umano da racchiudere in sé quel desiderio di riscatto e libertà, che il suo essere gangster e killer passa in secondo piano. Memorabile la scena del suo interrogatorio in questura, in cui la macchina da presa gli gira attorno come una morsa che tenta di stritolarlo, fino a quando lui riesce a liberarsi dicendo “Sono Tony Montana, non sono un criminale, sono un rifugiato politico e voglio ora che siano rispettati i miei diritti umani”. E questa frase, “sono un rifugiato politico” torna anche in pista da ballo quando, muovendosi piuttosto goffamente, approccia per la prima volta Elvira – la bellissima e giovane Michelle Pfeiffer – la bionda di Baltimora di cui si innamorerà perdutamente e che sposerà.
Intenso, viscerale il suo rapporto con la sorella minore Gina, nel tentativo di proteggerla, finirà con distruggerle la vita . Una sceneggiatura come uno spartito, in cui tempo e ritmo si fanno incalzanti, mostrandoci il percorso umano e criminale di un uomo rabbioso, solo, tremendamente vero.
Brian De Palma ha costruito in maniera mai scontata un film che potremmo rivedere mille volte, in cui il lato disumano e quello umano si intrecciano fino a confondersi. “Lo sai cosa significa capitalismo? Fregare la gente”, dice Tony Montana immerso nella sua piscina al centro del salone della sua villa, simbolo di chi ce l’ha fatta, ma prigione dorata di chi forse, in fondo, voleva essere il numero uno solo per non essere un anonimo “rifugiato politico”.
Indimenticabile la scritta che Tony Montana vede dapprima passare nel cielo “The world is yours” e fa poi riprodurre in casa sua. “È il grande sogno americano” – ha spiegato De Palma parlando del film – “e questa è la storia di un uomo cubano che tenta di realizzarlo. Ma purtroppo lo fa con la mente completamente offuscata dall’eccesso. E dalla droga”.
Curiosità: “Scarface”, in Italiano «sfregiato», era nella realtà il soprannome di Al Capone. Mentre Montana era il cognome del noto ex-giocatore di football italo-americano Joe Montana, che Oliver Stone diede al personaggio di Tony come omaggio. La villa dove avviene la sparatoria finale, in particolare la scalinata interna, è stata imitata e ricostruita quasi in tutti i dettagli, dal boss della camorra Walter Schiavone, fratello del boss famoso come Sandokan, grande fan del film e del suo protagonista; la villa è stata in seguito sequestrata e confiscata dalla magistratura, in seguito a ciò fu data alle fiamme per ordine dello stesso Walter Schiavone. Successivamente è stata trasformata in un centro sportivo riabilitativo per disabili.
Perché amiamo così tanto questi personaggi? Forse perché il “grande sogno” appartiene a tutti, “buoni” e “cattivi”?