NOSTALGIA, DEJA VU, PERSONAGGI NUOVI E VECCHI NEL SETTIMO CAPITOLO DI STAR WARS
GENERE: fantascienza, azione
DURATA: 135′
USCITA IN SALA: 16 Dicembre 2015
VOTO: 4 SU 5
Correva l’anno 1977 quando il primo Guerre Stellari sbarcava nei nostri cinema, rivoluzionando un genere e il modo di fare film, restando così un cult amato di generazione in generazione. La magia si è un po’ sbiadita con i successivi tre prequel degli anni 2000, non all’altezza degli episodi IV, V e VI, che hanno fatto storcere il naso anche al fan più incallito. A distanza di dieci anni da La Vendetta dei Sith, Guerre Stellari ritorna con Star Wars Il Risveglio della Forza, ambientando la storia però trent’anni dopo gli eventi de Il Ritorno dello Jedi (episodio VI). Luke Skywalker (Mark Hamill) è scomparso, l’ex principessa Leia Organa (Carrie Fisher), ora Generale, guida la Resistenza, mentre alla Morte Nera si è sostituito il Primo Ordine, il cui adepto, Kylo Ren (Adam Driver), sembra intenzionato a seguire le orme di Dart Fener. La storia però prende piede introducendoci il personaggio di Finn (John Boyega), una delle guardie del Lato Oscuro, che si ribella e aiuta un pilota (Oscar Isaac) a fuggire, mettendo in salvo il suo androide, BB-8, l’unico in possesso della mappa che condurrà al luogo dove ora è Luke. Giungono quindi sul pianeta Jakku dove avviene l’incontro con Rey (Daisy Ridley). Ed è qui che inizia l’avventura che li porterà a conoscere Han Solo (Harrison Ford), il suo fido Chewbecca (Peter Mayhew) e scoprono così che quei nomi che credevano leggenda, esistono realmente.
J.J. Abrams gioca a fare George Lucas nel suo Star Wars Il Risveglio della Forza, riuscendo ad amalgamare vecchie glorie con nuovi eroi. I rimandi al primissimo Guerre Stellari ci sono tutti; perfino la maschera di Kylo Ren è una chiara imitazione di quella portata da Dart Fener; il nuovo incontro tra Han Solo e Leia è dei più nostalgici ed emozionanti (è bene ricordare che i due non hanno più buoni rapporti), ma forse è proprio su questo che J.J. Abrams voleva puntare: sui sentimenti. Riportare in vita Star Wars non è impresa da poco, perciò il settimo capitolo non sarà all’altezza dell’amata trilogia degli anni ’70-’80, ma ci prova con garbo, sentimento, azione, effetto sorpresa e risate.
La novità è BB-8, progettato da Abrams stesso, che ancor prima di approdare nelle sale è stato fin subito amato da grandi e piccoli, e guardando il film se ne capisce il motivo. Cambia il ruolo dell’eroe: se nella trilogia ‘vecchia’ era Luke Skywalker l’intrepido Jedi, nei tempi moderni, questa parte è affidata a una ragazza, Rey, come a dare uno schiaffo al passato e a chi non considerava una donna degna di impugnare un’arma (ma su questo punto Lucas era già avanti, grazie alla sua Principessa Leia che non aveva certo bisogno di aiuto da Han Solo). Rey è una giovane solitaria, bada a se stessa, lavora ed è alla disperata ricerca dei suoi genitori. Non c’è solo lei tra le donne forti: Leia è ora al comando della Resistenza; l’ufficiale del Primo Ordine è una donna Captain Phasma (Gwendoline Christie); Lupita Nyong’o è Max, una piratessa amica di Solo, una sorta di Maestro Yoda al femminile.
Se bisogna trovare una pecca in Star Wars Il Risveglio della Forza forse è da trovare nella sceneggiatura che sa di dejà vu per certi versi, e molto simile all’episodio IV, Una Nuova Speranza. Forse è vero che l’intenzione di Abrams è anche questa: dare una nuova speranza, risvegliare gli animi e mostrare che certe storie, che ci raccontavano da bambini, sono vere.