CINEMA DI IERI PRESENTA “FURYO” DI NAGISA OSHIMA
Ci troviamo a Giava, nel 1942, durante la seconda guerra mondiale. In un campo di prigionia giapponese, un ufficiale si confida con un suo compagno di prigionia : «vorrei saper cantare», dice. L’attore che interpreta il giovane ufficiale è David Bowie. I suoi occhi, uno azzurro, l’altro marrone, in primo piano. Fa una certa impressione sentir dire proprio da lui un’affermazione del genere. E’ difficile, quasi impossibile non pensare al celebre musicista britannico guardando il volto del soldato.
Il film è Furyo, anche noto come Merry Christmas, Mr. Lawrence. “Furyo” è la parola giapponese per “prigioniero di guerra”. Lawrence, invece, è il personaggio principale della storia. E’ un tenente colonnello britannico che ha vissuto a lungo in Giappone. Grazie alla sua conoscenza della lingua e della cultura giapponese, svolge la funzione di traduttore e mediatore tra i soldati giapponesi e i prigionieri di guerra. Tramite i suoi occhi, assistiamo allo scontro tra le due culture, quella giapponese e quella occidentale.
L’arrivo di un nuovo prigioniero destabilizza l’equilibrio che si era venuto a creare nel campo di prigionia. Si tratta di un maggiore del regno britannico: Jack Celliers, interpretato da David Bowie. Quest’uomo misterioso, dal carattere forte e, agli occhi di un asiatico, dall’aspetto fuori dal comune, attira l’attenzione del rigidissimo capitano giapponese Yanoi. Il capitano del campo è interpretato da un’altra grande icona musicale: Ryuichi Sakamoto. Yanoi è ossessionato da Celliers. Soggetto a questo fascino morboso, il capitano dell’esercito nipponico assumerà un comportamento sempre più irrazionale e violento, che porterà la storia ad una drammatica conclusione…
Un altro rapporto determinante nel film è quello che lega il tenente colonello Lawrence e il sergente Gengo Hara. Quest’ultimo è interpretato dal comico, regista e attore, Takeshi ‘Beat’ Kitano. Pur essendo soldati di opposte fazioni, tra i due sembra instaurarsi un rapporto di amicizia. Si viene a creare un vero e proprio legame tra due esseri umani, che scavalca le differenze culturali.
Il film è realizzato da Nagisa Oshima. Si tratta del primo successo commerciale del regista. Precedentemente a Furyo, Oshima aveva realizzato una serie di film innovativi, stilisticamente disparati e dal contenuto crudo e graffiante in cui analizzava in profondità diversi aspetti del Giappone moderno, concentrandosi su temi sociali, politici o di natura sessuale.
Con questo pellicola, Oshima non perde quei tratti caratteristici che hanno reso particolare la sua attività cinematografica. Furyo è un complesso e brutale dramma sulla seconda guerra mondiale. La storia, a tratti di natura erotica, si concentra sulla rappresentazione dello scontro tra la cultura occidentale ed orientale. Pur non essendo la miglior opera del regista giapponese, possiede una sensibilità assente nei suoi precedenti lavori. Formato da un cast eccezionale e composto da una colonna sonora ipnotica (opera dello stesso Ryuichi Sakamoto), Furyo è un film spesso ingiustamente sottovalutato.
La scena finale è magnifica. Puro impatto melodrammatico, enfatizzato dal tema principale della colonna sonora. L’ultima immagine è indimenticabile: il viso di Kitano, gli occhi brillanti, un sorriso enorme ma ambiguo. La testa rasata come un monaco buddista, rotonda e luminosa come il sole. “Merry christmas, Lawrence”.