LE ATTRICI PIÙ INFLUENTI DEL 2015 CHIACCHIERANO SUL LORO LAVORO
Close Up With The Hollywood Reporter è una serie trasmessa su SundanceTv formata da sette episodi dove, in ognuno, viene presentata una tavola rotonda con personaggi dello spettacolo.
Creata in collaborazione con The Hollywood Reporter, la serie va in onda ogni domenica e nella scorsa puntata, il giorno della consegna dei Golden Globe, erano presenti le attrici di spicco dell’anno 2015: Carey Mulligan (Suffragette); Jennifer Lawrence (Joy); Cate Blanchett (Carol, Truth); Jane Fonda (Youth); Brie Larson (Room); Helen Mirren (Trumbo, Woman in Gold); Charlotte Rampling (45 Years) e Kate Winslet (Steve Jobs).
Coordinata da Stephen Galloway, editore esecutivo della testata giornalistica, lo scambio di idee è partito da una “semplice” domanda: perché recitate?
Hellen Mirren mette subito i puntini sulle i e chiede se intende perché si è attrici o perché si recita, spiegando che fra le due cose sussiste una grossa differenza.
“Ho deciso di diventare un’attrice – prosegue Mirren – perché ho scoperto il mondo dell’immaginazione quando avevo 14 anni, o giù di lì. Ho appreso di poter far parte del meraviglioso mondo della narrazione.”
La palla, poi, passa a Cate Blanchett che vede la recitazione come la propria vocazione:
“Chiedere perché reciti, per me, è come chiedere ‘perché ami quella persona’, non sai il perché, ma sai che la ami.”
L’attrice protagonista di Carol, continua poi spiegando che la cosa che più le piace del teatro è che si sa per chi si recita: il pubblico.
Il mediatore riporta l’ordine e chiede a Jennifer Lawrence per chi recita, senza smentire la sua ironia la bionda del Kentucky risponde subito “per il mio agente!”, tralasciando gli scherzi, poi, spiega come per lei sia una cosa veramente personale.
“Non credo che se non lo amassi lo farei, non saprei come affrontare gli orari, gli impegni e tutto il lavoro che c’è dietro a ogni film. Se non lo si amasse veramente, non saprei proprio come la gente lo potrebbe sopportare”.
Parlando si scopre, invece, come Jane Fonda non abbia mai voluto essere un’attrice.
“Mi ci è voluto molto tempo prima di amare questo lavoro, e quello che amo di più è la possibilità di raccontare una storia che credo possa avere un qualche valore. Ho scoperto, poi, che la recitazione ti rende una persona molto più empatica, perché devi riuscire ad aprirti agli altri e vedere il mondo attraverso occhi differenti.”
La parola torna al giornalista che chiede a Brie Larson cosa avrebbe fatto se non fosse attrice.
La storia della Larson, forse, è quella che sembra più reale. Una ragazza che ha provato e riprovato, mollando molte volte, fino a quando non ha trovato il suo spazio.
“Ho mollato così tante volte! Ho provato a essere una fotografa, un interior design, un’addestratrice di animali… Il punto più basso che abbia mai raggiunto… Ho iniziato a cercare di entrare nel mondo della recitazione all’età di sette anni, ma non ero mai giusta. Non abbastanza carina per fare la ragazza popolare, ma neanche troppo bruttina per fare la controparte. Non sono mai stata un cliché e, quindi, non c’era un ruolo definito che potessi fare. Ma forse questo continuo mollare e poi cercare di farcela è ciò che mi ha fatto capire che forse, come per Cate, recitare per me è una vocazione.”
Per Kate Winslet, invece, la professione d’attrice era quella naturale, suo padre e sua sorella sono attori e, quindi, pensava che anche lei lo sarebbe diventata.
“Pensavo che sarei stata fortunata abbastanza se fossi stata chiamata a recitare per qualche spettacolo teatrale o musical, mai e poi mai avrei immaginato che sarei diventata un’attrice di cinema! Se non avesse funzionato, comunque, credo che avrei fatto qualcosa con i bambini, magari avrei aperto una scuola materna.”
Si passa poi a domande più delicate, ad esempio se sussiste una differenza nel mondo della recitazione tra donne e uomini.
Helen Mirren prende a esempio l’esperienza della Larson:
“Tra la ragazza carina popolare e quella impacciata, ci sono altre mille sfaccettature – e poi continua – Vedo tanti ruoli ricoperti da attori che potrebbero esser interpretati da donne.”
Si è parlato anche dei momenti più difficili sul set, per la Lawrence è stato recentemente durante le riprese di The Passenger, quando ha avuto la sua prima vera scena di sesso (con Chris Pratt) e nonostante sapesse che si trattava solo di lavoro, baciare l’attore che è sposato l’ha fatta sentire in colpa.
Per Carey Mulligan, invece, non ci sono momenti o scene difficili, trova molto più difficile tenere credibile un personaggio per l’intero film, e l’ultimo che ha interpretato in Suffragette è uno di quelli.
La Mulligan, infatti, interpreta una donna ordinaria che lavora, accudisce i figli e sta alle regole del marito che inizia a interessarsi sempre più al movimento femminista per il diritto al voto, fino a diventarne un’esponente di spicco.
L’ora di chiacchiere si conclude con la lista delle attrici con cui si vorrebbe lavorare: Helen Mirren e Charlotte Rampling hanno nominato due italiane Anna Magnani e Monica Vitti e Kate Winslet vorrebbe condividere il set con Toni Collette. Marion Cotillard, invece, è la scelta della Mulligan.
Purtroppo non esistono sottotitoli per il video, ma eccovi il link.