A ROMA ABBIAMO INCONTRATO INARRITU E DICAPRIO, IN CONFERENZA STAMPA PER PRESENTARE REVENANT – REDIVIVO
Il regista messicano e l’attore hollywoodiano sono giunti nella Capitale questa mattina per incontrare la stampa e presentare il loro film, Revenant – Redivivo, nelle sale da sabato 16 gennaio. Leonardo DiCaprio interpreta Hugh Class, vera storia di un cacciatore che, dopo l’aggressione brutale da parte di un orso, viene creduto morto e abbandonato dai suoi compagni. Per lui inizierà un cammino di sopravvivenza e di redenzione. Revenant uscirà in 500 copie in tutti i cinema.
Visivamente il film si distingue per il suo sorprendente look visivo. Quanto ha influito lo stile di Chivo?
Alejandro Gonzales Inarritu: Il processo è molto complesso e interattivo. Io e Chivo ci conosciamo bene, abbiamo fatto qualche corto insieme e lavorato in Birdman. Sono stato fin dall’inizio un suo grande fan. Quando lo invito a partecipare a un progetto, la prima cosa di cui parliamo sono gli obiettivi che vorrei raggiungere. La collaborazione parte da quello che voglio trasmettere. Così ci mettiamo a tavolino e parliamo degli aspetti tecnici riguardanti ciò a cui voglio attingere dal punto di vista narrito ed emotivo. Lui trova le varie macchine da presa e i vari obbiettivi da utilizzare, per questo è un processo che richiede tantissimo tempo. Cerchiamo di esplorare l’idea filosifica o la visione di un film che abbiamo in mente. Una volta che abbiamo stabilito cosa utilizzare allora parliamo del come procederlo. Alcuni ricorrono agli storyboards, noi invece cerchiamo di trovare un luogo ed iniziamo a giocare con tutti i movimenti che dobbiamo fare. L’input di Chivo è eccezionale: ha un modo di operare la macchina da presa, decide disposizioni, la sua conoscenza delle luci è fantastico, così come il suo ritmo di lavorare con gli attori. Con lui non è solo una questione di effetti tecnici, ma riguarda anche il linguaggio che vogliamo trasmettere.”
Nel film vediamo l’alito dell’orso, sangue, raggi di luce. Sono tecniche per coinvolgere lo spettatore?
Leonardo DiCaprio: Quello che vediamo nel film – che sia il mio respiro o il sangue che sporca l’obbiettivo – consente di entrare in diretto contatto quello che i personaggi stanno vivendo. Diventa un’esperienza molto profonda. La capacità di Alejandro e Chivo è stata proprio questa. Ciò può essere definito quasi neorealismo e docu-drama dove c’è questo fondersi di sentimenti profondi dei protagonisti insieme ai paesaggi epici. L’ho percepito fin dalla prima volta che ho iniziato a lavorare con Alejandro.
Inarritu: Quando ho iniziato questo progetto, il mio primo scopo era realizzare la sensazione del documentario. Animali e paesaggi ci sono in tempo reali, come se noi fossimo lì. Se avessi girato questo film 5 anni fa, prima di girare Birdman, e utilizzando la tecnologia presente all’epoca, non l’avrei realizzato come è adesso. Per me è importante portare la gente dentro il film, come se fosse soggettivo.
Questo film è stato una sfida? E cosa ti ha lasciato? Un Oscar potrebbe aggiungere qualcosa alla sua carriera, oppure no?
DiCaprio: Siamo rimasti felici che Revenant abbia ricevuto questo grande riconoscimento dall’Accademy. Questo per me è un viaggio, non un film. Abbiamo dedicato quasi un anno della nostra vita alla sua realizzazione e per me è qualcosa di importante. Ovviamente non abbiamo fatto Revenant per l’Oscar, ma lo facciamo per sollecitare il pubblico a vederlo e a far capire agli Studios che vale la pena rischiare per realizzare film di questo tipo. Il lavoro fatto da Alejandro e Chivo è stato grandioso. Cosa ha lasciato in me il personaggio? Ci siamo avvicinati alla vera storia di Hugh Glass: era una storia raccontata presso i nativi, intorno al fuoco, un racconto di sopravvivenza, del rapporto tra uomo e natura e la sua capacità di dominarla. Ho potuto toccare con mano l’avidità dell’umanità che va a saccheggiare l’ambiente, danneggiando le popolazioni che vi abitano. Quest’anno ho realizzato un film sul cambiamento climatico e mi sono reso conto degli effetti di esso. Essendo a contatto con essa è come se si fosse mostrata facendoci vedere quanto è fragile il pianeta. Il 2015 credo sia stato un anno simbolico, il più caldo, quello che con il COP21, le nazioni, per la prima volta, si sono messi insieme per fare qualcosa contro il cambiamento climatico.
C’è influenza del film western in Revenant?
Inarritu: Più che un film western avevo in mente pellicole come Apocalypse Now. Revenant non è un western ma un percorso spirituale in un’epoca in cui il western ancora non esisteva.
DiCaprio: Il film è ambientato in un periodo storico non lontano da noi, ma non c’erano documenti storici che potessero testimoniare cosa stesse succedendo in queste aree incontaminate, se non tramite i diari di qualcuno di questi uomini che facevano questo mestiere, che poi venivano raccontate agli indigeni.