STRADE VIOLENTE, L’ELEGANTE OPERA PRIMA DI MICHAEL MANN
Michael Mann è considerato uno dei maestri del cinema d’azione. Da più di trent’anni, ormai, i suoi film hanno appassionato gli spettatori di tutto il mondo. Nel corso della sua lunga corriera ha realizzato diversi film di successo. Tra i più celebri vanno ricordati: L’ultimo dei mohicani, Heat, Collateral e The insider (quest’ultimo valse al regista tre nomination agli Oscar).
Meno conosciuto è, invece, Strade violente (Thief), il debutto sul grande schermo del regista. Con Strade violente, uscito nel 1981, Michael Mann sprigiona tutta la sua energia e capacità innovativa, esprimendo un’incredibile consapevolezza e fiducia nelle proprie abilità. Senza dubbio merita di essere incluso tra i film precedentemente citati come uno dei migliori lavori del regista, se non il migliore.
La storia è incentrata su Frankie, un ex-galeotto di poche parole dal carattere duro e, a suo modo, onesto. Finito in prigione a vent’anni per aver rubato 40 dollari, ci rimane altri venti anni a causa del comportamento aggressivo che è costretto ad adottare in prigione per difendersi dagli altri carcerati. E’ proprio in carcere, però, che incontra Olka, il suo futuro maestro dell’illegalità. Quest’ultimo infatti gli insegnerà tutto il necessario per diventare un esperto scassinatore.
Sono ormai passati quattro anni da quando Frankie ha lasciato la prigione. Nel frattempo, insieme ad un piccolo gruppo di associati, ha messo in pratica gli insegnamenti di Olka ed è riuscito a portare a termine con successo diversi colpi. Il bottino è ricco, si tratta sempre di diamanti o denaro contante. Durante questo periodo l’obiettivo di Frankie è sempre stato lo stesso: una bella casa, una moglie, dei bambini. Una volta messo da parte l’ammontare necessario, Frankie abbandonerà definitivamente le scene.
Il momento di smettere sembra finalmente arrivato quando Frankie incontra un pezzo grosso della malavita locale, Leo. Leo gli offre un colpo allettante, potrebbe essere quello giusto per ritirarsi. Ma la collaborazione con la mafia avrà delle pesanti conseguenze sullo stile di vita di Frankie. Lui, messo alle strette, dovrà compiere delle importanti
decisioni. La conclusione è un bagno di sangue.
Una delle caratteristiche principali del film è la chiarezza con cui vengono dettagliati i diversi atti della rapina. Mann aveva assunto, assegnandogli anche dei ruoli come attori, dei veri e propri esperti in rapine, ladri e scassinatori che erano stati rilasciati dalla prigione pochi mesi prima dell’inizio delle riprese. Le stesse attrezzature utilizzate nel film erano quelle realmente utilizzate dagli ex detenuti. Durante il film, seguiamo passo per passo Frankie ed i suoi complici nel loro tentativo di rapina, l’ingresso nell’edificio, il tentativo di superare le varie barriere di sicurezza ed, infine, aprire la cassaforte.
In queste scene, come del resto in tutto il film, viene data particolare attenzione allo stile delle inquadrature e dell’ambiente. All’interno, durante lo svolgimento delle rapine, le scene sono caratterizzate dalle scintille e dal fumo causati dagli attrezzi utilizzati dai rapinatori. All’esterno, invece, Chicago è un città notturna. I grattacieli, i lampioni, i neon, i semafori e le luci della macchina fanno da sfondo all’intero film. Le strade di Chicago formano una griglia in cui Frankie riesce ad orientarsi facilmente ed in cui i grattaceli ricordano le sbarre di una gabbia. L’ipnotica colonna sonora, ad opera dei Tangerine Dream, aiuta a mettere in risalto queste impressioni e assicura maggior profondità alla storia.
Assegnando un fascino speciale ed una bellezza ipnotica ai colori e alle luci che descrivono la vita notturna della città,
Strade violente definisce lo stile elegante e il sensibile approccio all’azione che contraddistinguerà anche le successive opere di Mann. Si tratta di una pellicola importante che influenza, tutt’ora, numerosi registi. Basti pensare, ad esempio, a Drive, l’acclamato film del 2011 di Nicolas Refn. La somiglianza tra le due pellicole è impressionante.