LA NUOVA SERIE ANTOLOGICA INCENTRATA SUI CASI MEDIATICI AMERICANI: SI INIZIA CON O. J. SIMPSON
Era il 1994 quando O. J. Simpson, ex giocatore di football e attore americano, venne accusato di aver ucciso la sua ex moglie, Nicole Brown, e un suo amico, Ronald Goldman. Il caso fece scalpore in tutto il mondo, incrementato dalla fama di cui godeva Simpson, che però ne uscì evitando la condanna grazie ai suoi avvocati difensori. A ventidue anni di distanza, l’America torna a parlare di lui e lo fa con una miniserie televisiva, dietro la quale c’è la mente geniale di Ryan Murphy (che qui è produttore esecutivo): American Crime Story. Con questo nuovo show, il creatore di Glee ha deciso di replicare il successo della serie antologica American Horror Story, dedicando ogni stagione a un caso mediatico diverso che ha creato grande attenzione pubblica. Il primo ciclo di episodi di Crime Story ha il sottotitolo di The People V. O. J. Simpson. In dieci puntate, la serie, infatti, esplorerà il caso giudiziario dell’ex giocatore, giostrandosi tra accusa e difesa, ed è ispirato al libro di Jeffrey Toobin’s The Run of His Life: The People v. O. J. Simpson.
La prima stagione è partita il 2 febbraio su FX – lo stesso canale di American Horror Story – e ha già entusiasmato critica e pubblico. Il merito va a un cast stellare azzeccatissimo. Cuba Gooding Jr interpreta O. J. Simpson e il modo di parlare e muoversi è lo stesso del reale Simpson; poi c’è il ritorno di John Travolta in tv e nella serie veste i panni dell’avvocato difensore Robert Shapiro; da American Horror Story c’è la brava Sarah Paulson, e il cast si completa con Selma Blair, Nathan Lane, Cheryl Ladd (che 40 anni fa debuttava in Charlie’s Angels) e il Ross di Friends David Schwimmer.
Sviluppato da Scott Alexander e Larry Karaszewski, American Crime Story non vuole essere uno spin-off di American Horror Story, anche se gli elementi cari a Murphy ci sono ancora: la cura per ogni piccolo dettaglio e la caratterizzazione dei personaggi, mettendo in risalto ogni loro più piccolo dettaglio. Certo, con American Crime Story non assistiamo alla trasposizione delle realtà distorte presentate in Horror Story, ma per la prima volta Murphy ci presenta vita reale, fatti e persone coinvolte. Così la serie diventa un legal drama ma anche un drama psicologico. Cuba Gooding Junior è impressionante, bravo e straordinariamente somigliante al vero O. J. Simpson, sebbene l’attore abbia rivelato di non aver incontrato il vero personaggio, ritenendo che fosse ormai un uomo troppo lontano dal campione di football che l’America conosceva. Date le premesse, la serie si preannuncia come l’affresco di un paese disperato e distrutto, e visto l’impatto che ha suscitato lo show, la seconda stagione potrebbe passare a raccontare le conseguenze dell’Uragano Katrina a New Orleans, focalizzandosi su un gruppo di superstiti.