LA PIECE TEATRALE IN TOUR A ROMA, POI AL CINEMA CON BELLOCCHIO
Un buon punto d’incontro per tutti gli amanti dell’arte, dalla letteratura al teatro, senza dimenticare ovviamente il cinema nella sua forma trasposta è La vita accanto, pièce teatrale di Cristina Pezzoli tratta dall’omonimo romanzo della fortunata esordiente cinquantenne Mariapia Veladiano, in scena dal 2 al 7 febbraio presso il Teatro dei Conciatori di Roma.
Una sola attrice (Monica Menchi), porta sul palcoscenico la vicenda di Rebecca, sola sul palcoscenico come nella vita di cui narra la tristezza infinita. Accompagnando lo spettatore nei meandri di una storia lunga un’esistenza, la donna racconta la sua odissea, una piccola vita borghese come quella di molti altri, se non fosse per l’aspetto: Rebecca è brutta.
Fin dall’infanzia la piccola sarà abbandonata dalla famiglia –una vita è sempre una gioia, ma non quando questa è brutta-, messa alla berlina dai compagni di giochi ed infine esiliata dal cinico mondo degli adulti, che mal digerisce tanta bruttezza. La vicenda di Rebecca è quella di una crisalide che non riesce a divenire farfalla, o che forse non vuole. Già, perché la crisalide quando diviene grande oltre a mille colori guadagna una vita lunga come un battito d’ali.
Inutile dirlo, questa storia è d’una attualità, ahimè, disarmante. Non stupirà quindi sapere che già cinque anni fa uno dei fiori all’occhiello del nostro cinema, il premiato regista Marco Bellocchio, acquistò i diritti del testo: La vita accanto diventerà un film –se troverà una coraggiosa protagonista.
In un mondo in cui nulla è lasciato alla naturalezza, ma tutto obbedisce alla regola del parere e in cui l’apparire è il nuovo essere, la bruttezza è diventata qualcosa di anormale, un interessante fenomeno da confinare, esiliare e studiare – non sarà casuale l’attenzione mediatica volta in questi ultimi anni verso una serie di storie della bruttezza di dubbio valore scientifico. Il brutto potrebbe essere un nuovo essere dei Freaks, una sorta di nuovo Elephant Man, qualcuno da osservare e da modificare, coprire e correggere.
Cristina Pezzoli alla regia, Rossana Monti alla sceneggiatura e Monica Menchi quale unica maschera dolente sul palco: un’equipe tutta al femminile inventa al Teatro Carcano la bruttezza e la mette in scena. Siamo curiosi…di teatro.