MARTIN SCORSESE E MICK JAGGER CI FANNO FARE UN TUFFO NEGLI ANNI ’70 CON VINYL
New York, 1973. Richie Finestra (Bobby Cannavale) è il fondatore e presidente dell’etichetta American Century Records che è sul punto di essere ceduta ai tedeschi della PolyGram (i quali stanno per firmare un contratto con i Led Zeppelin). Una notte, chiuso nella sua auto, tra una dose e l’altra, Richie ha un’illuminazione: merito di un ritmo coinvolgente proveniente da un nightclub e una band (i New York Dolls) che gli cambia la vita. In Richie si riaccende la passione per la musica così come la sua voglia di rimettersi in gioco. Tuttavia c’è sempre il rovescio della medaglia e a risentirne è la vita personale del produttore discografico: Devon (Olivia Wilde), moglie infelice di Richie e madre di due figli, è un’ex attrice e modella che faceva parte dell’industria anticonformista di Andy Warhol. La fama e il successo del marito sono un’ombra davanti Devon che le farà venir voglia di tornare nel mondo al quale apparteneva.
Vinyl è un mondo psichedelico, colorato e accuratamente descritto che sembra davvero di essere tornati indietro nel tempo. 1973: l’anno dello scandalo Watergate, mentre il mondo è diviso tra gli Stati Uniti che cessano i bombardamenti in Cambogia e la guerra del Kippur scoppiata tra Israele ed Egitto e Siria; il velo sui rapporti tra americani e tedeschi, reduci dalla Seconda Guerra Mondiale, è ancora vivo e si percepisce tra le battute iniziali. Insomma, una serie così vintage, glam ed energica, che riuscisse ad inquadrare un’epoca passata, non si era mai vista dopo Mad Men. Il boom del pilot ha convinto così tanto la HBO che il canale ha deciso di rinnovare Vinyl per una seconda stagione a soli quattro giorni dal debutto sul canale via cavo.
L’impronta di Martin Scorsese, ideatore che ha diretto questo pilot da quasi due ore, c’è e si vede. Prima di tutto, la scelta del protagonista principale, il carismatico e ambiguo Bobby Cannavale, che aveva già lavorato con il regista nella serie Boardwalk Empire. Mick Jagger invece sembra essere il curatore delle canzoni che percorrono l’episodio dall’inizio alla fine, facendo salire la nostalgia a coloro che hanno vissuto negli anni settanta. Attenzione però: la musica non è la sola padrona dello show, ed è qui che entra in gioco Terence Winter, tra i produttori esecutivi insieme a Scorsese e Jagger. Noto per aver curato la sceneggiatura de I Soprano e The Wolf of Wall Street, Winter sa bene cosa vuol dire parlare dell’ascesa e della caduta di un antieroe, ma anche di business e famiglia, e sa che non sempre vanno d’accordo.
Ne I Soprano c’era Tony, boss italo-americano, in preda agli attacchi di panico e per questo seguito da un’analista. Un antieroe televisivo che cercava di conciliare gli affari con la famiglia, fallendo almeno in uno dei due. In Vinyl c’è Richie Finestra, ricco, famoso, ma in crisi esistenziale. Sono questi i personaggi che affascinano maggiormente lo spettatore perché “umani”, sinceri e spietati. Dove si parla di business, infatti, girano i soldi e inevitabilmente si finisce in un vortice di violenza, sangue e rock ‘n’ roll. Così come succede in Vinyl.