LA RASSEGNA “LIBERA” E “ALTERNATIVA” DAL 14 AL 17 APRILE
Arrivato alla sua quarta edizione, il Festival del cinema veramente indipendente di Roma sta ormai diventando una realtà. Ancora una volta, nell’usuale sede del Cinema Trevi, la rassegna cinematografica presenterà i lavori di qualunque filmaker voglia partecipare, a metà Aprile. Il Festival, infatti, continua ad avere il nobile obiettivo di promuovere i cineasti di tutto il mondo, offrendogli un’importante vetrina, in maniera disinteressata e mossi dalla sola passione per la settima arte. Un’iniziativa praticamente unica in Italia, che in passato ha ospitato produttori come Domenico Procacci e attori come Edoardo Leo.
Nessuna giuria, nessuno sponsor e nessun costo (e nessun premio): questa la filosofia che dirige la rassegna. I partecipanti non devono pagar nulla per presentare i proprio lavori, così come il pubblico non deve comprare alcun biglietto. Le ragioni sono tutte nel voler creare un ambiente libero da meccanismi lobbistici e da individualismi ingiustificati, che scatenano esclusivamente una competizione feroce tra filmakers a scapito della concreta qualità. Oggi, d’altronde, il web (leggi: Youtube) è diventato la piattaforma più usuale per registi in erba che vogliono mostrare al pubblico la propria opera, contando sulla personale capacità di autopromuoversi e su una bella dose di fortuna, condannando ad un perenne limbo una moltitudine di talenti. Non è infatti questo che dovrebbe formare l’arte, ma anzi l’attività di “spammare” (per dirla in gergo) in ogni angolo dei social network e nel sottobosco “indie” della rete, da parte di ogni giovane cineasta affamato di riscontri spettatoriali, non fanno che soffocarla.
L’unica “selezione” dei lavori che formeranno la rassegna, quindi, è semplicemente quella di essere davvero auto-prodotti. Con simili premesse, da una parte è facile aspettarsi molte opere certamente non eccelse, se non dimenticabili, ma d’altronde è esattamente in questo che consiste l’esperimento ideato da Stefano Calderi ed Emanuele Venturi. Gli altri Festival più blasonati lavorano per il proprio prestigio, più che per promuovere nuovi talenti, qui si vuole dare l’opportunità a tutti di potersi far giudicare direttamente dal pubblico presente in sala (fatto inoltre di produttori, distributori, altri filmakers, e stampa di settore), neutro e senza filtri; lo stesso pubblico che in fondo decide le sorti del successo o meno di un prodotto, a differenza di quello che potrebbe fare una sprezzante giuria, magari mossa per altro da interessi non sempre propriamente artistici. Non è detto, insomma, che tra tanti lavori non si possano trovare talenti meritevoli e che in altre occasioni non sarebbe riusciti a conquistarsi il medesimo spazio, ed è ciò che rende questa rassegna di cinema veramente indipendente una chiamata a tutti i cineasti, e con loro chiunque appassionato, che non può e non deve essere ignorata.