Gli scandali di Mannix, il “fixer” dei Coen

NEGLI ANNI D’ORO DI HOLLYWOOD EDDIE MANNIX ERA L’UOMO PAGATO PER COPRIRE I GUAI E LA CONDOTTA PECCAMINOSA DELLE STARS E DELLA METRO GOLDWYN MAYERS

EDDIE-MANNIX_ampliacionGeorge Clooney torna al cinema diretto dai fratelli Coen, consolidando così il sodalizio fra i tre iniziata con Fratello dove sei? e continuato con Prima ti sposo e poi di rovino e Burn After Reading.
Ambientato negli anni d’oro di Hollywood, Ave, Cesare! segue le vicende di un “fixer” alle prese con il rapimento dell’attore di punta della casa di produzione.

Il protagonista dei Coen non è altro che Eddie Mannix, fixer realmente esistito e che ha servito la Metro Goldwyn Mayer per più di quarant’anni.
Nato nel 1891 nel New Jersey, entra in contatto con la Metro Goldwyn Mayer negli anni d’oro di Hollywood, e veste fin da subito il ruolo di “fixer”, ovvero colui che si occupava di far passare inosservati i problemi o vicissitudini legate alle star sotto contratto con la casa di produzione. Grazie anche al lavoro in coppia con il capo della pubblicità Howard Strickling, ex giornalista capace di controllare e sviare la stampa, mentre Mannix pensava e organizzava riabilitazioni, pagamenti per vittime coinvolte in incidenti stradali o risse e aborti.

Mannix era un supervisore a tutte gli effetti, nessun telegramma usciva o entrava nella casa di produzione senza esser letto da lui, in modo tale da sapere come rispondere, se non prevenire, qualsiasi scandalo o incidente di percorso. Se non riusciva a farsi ascoltare dagli attori, Mannix aveva sempre qualche “amico” dal New Jersey pronto a dare una mano a far recepire il messaggio.

Solo Mannix, probabilmente, sa quanti scandali ha dovuto coprire: dalla relazione omosessuale di Greta Garbo, all’omicidio dell’attrice Thelma Todd probabilmente legato alla criminalità organizzata.
Ma i casi più eclatanti, forse, sono quelli che vedono coinvolte Joan Crawford e Patricia Douglas.

Per quanto riguarda la Crawford, Mannix è riuscito a far sparire dalla circolazione Velvet Lips, il film pornografico al quale l’attrice aveva preso parte prima del suo contratto con la MGM. Si dice che Mannix ha impiegato anni a tracciare e acquistare tutte le copie del film, pagando 100.000 dollari per la pellicola originale.
Secondo l’autore di Hollywood and the Mob, Tim Adler, la casa di produzione portò con sé dei gangster per negoziare con gli estorsori riuscendo a far scendere il prezzo fino a 25.000 dollari.

Patricia DouglasLo scandalo di Patricia Douglas, invece, è stato riportato alla luce nel 2004 con la ricostruzione dei fatti da parte dello storico David Stenn pubblicata su Vanity Fair e poi inserita nel documentario Girl 27.
Patricia Douglas, ventenne al tempo, il 5 maggio del 1937 si presentò agli studio della MGM pensando di partecipare a un provino per una nuova produzione, ma quello che stava sostenendo, in realtà, era un casting per l’annuale meeting organizzato alla Culver City della casa di produzione al quale erano invitati tutti i venditori americani della MGM.

Assieme ad altre 300 ragazze, e vestita da cowgirl, la Douglas si rese conto fin da subito di esser stata assunta per intrattenere gli ospiti. Con il passare delle ore e dei drink bevuti, i signori per bene addetti alle vendite persero tutte le loro inibizioni e iniziarono a infastidire le ragazze.
La Douglas venne molestata da David Ross, un trentaseienne di Chicago, che non accettò il rifiuto della ragazza e che, dopo averla seguita all’esterno, la trascinò in macchina e la stuprò. L’attrice, sicuramente non sarà stata la prima e la sola a subire un abuso sessuale, ma è stata l’unica a ricorrere al sistema giudiziario per cercare di far pagare alla casa di produzione le proprie colpe.

Ma cosa può una ragazza contro un colosso hollywoodiano? E infatti, Mannix iniziò a lavorare per screditare l’attrice che, sebbene non potesse dimostrare di esser stata stuprata, raccontando ciò che succedeva nelle feste organizzate dalla MGM avrebbe distrutto l’immagine di una casa di produzione di film per famiglie.
Assumendo investigatori privati, Mannix decise di scavare nel passato dell’attrice, ma non trovando niente convinse tutte le altre ragazze che avevano partecipato alla festa a rilasciare dichiarazioni su come Patricia Douglas fosse in realtà un’ubriacona.
Come si poteva immaginare, le cose non andarono bene per la Douglas che tra tradimenti di testimoni e avvocati non potè far altro che arrendersi alla situazione e vedere la propria storia, assieme al suo nome, venir insabbiata.
Ma dopo una passata di solvente per togliere la “piccola” macchia, il nome della Metro Goldwyn Mayer tornò a brillare insieme a tutte le sue star.

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