LA CHIASSOSA FAMIGLIA PORTOKALOS TORNA SUL GRANDE SCHERMO PER ORGANIZZARE UN ALTRO MATRIMONIO IN PERFETTO STILE GRECO
GENERE: commedia
DURATA: 89 minuti
USCITA IN SALA: 24 marzo 2016
VOTO: 3 su 5
Sono passati quattordici anni da quando Toula e Ian sono riusciti a coronare il loro sogno d’amore: tornano ora ad accendersi i riflettori sulla famiglia greca Portokalos e sulla sua “affettuosa invadenza” nel seguito di quella storia con Il mio grosso grasso matrimonio greco 2. Diretto da Kirk Jones, il film affronta la storia dello stesso nucleo familiare alle prese però con nuovi problemi: la crisi economica ha colpito anche i protagonisti, mettendo in difficoltà il loro ristorante; la vecchiaia è sopraggiunta per Gus e Maria (i genitori di Toula), e con essa anche gli acciacchi tipici dell’età; inoltre Paris, la figlia adolescente dei protagonisti, ha un rapporto complicato con i propri genitori (la cui relazione sembra vacillare) e il resto della famiglia, sognando di andare a studiare il più lontano possibile. In tutto questo caos, all’orizzonte si prospetta un altro epico matrimonio da organizzare, stavolta non solo desiderato ma addirittura necessario.
Nia Vardalos torna a ricoprire per questo film il doppio ruolo di attrice protagonista e sceneggiatrice, nel tentativo di rendere cinematograficamente appetibile un ulteriore spaccato della propria vita, di ciò che significa essere una donna appartenente a una famiglia di immigrati greci stabilitisi negli Usa ma fieri e orgogliosi delle proprie origini.
Come per moltissimi sequel, anche in questo caso il seguito non è all’altezza del primo capitolo: nel precedente film, la comicità della situazione era in gran parte dovuta al confronto/scontro tra le due civiltà chiamate in causa dal matrimonio di Toula e Ian, dalla chiassosa onnipresenza dei familiari della sposa e dal pittoresco ritratto fatto delle eccentriche tradizioni elleniche.
In Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, gli attriti dovuti alla differenza tra le due culture sono passati in secondo piano, sostituiti da quelli attenuati e mitigati tra le due generazioni di protagonisti, nelle quali vige l’atavica impossibilità di capirsi appieno (che trascende ogni possibile razza o etnia).
La prima parte della pellicola sembra prendere il via con difficoltà, tra le molte trovate esageratamente ridicole e i pochi momenti di genuina comicità. Il tutto, però, arriva a risolversi nel momento in cui l’opera si appropria di una dimensione davvero sua, cessando di voler essere per forza di cose la continuazione (ai limiti della parodia) delle tematiche affrontate dal primo capitolo.
Una cosa però sopravvive in questo sequel: l’importanza attribuita all’elemento familiare. In queste due pellicole, la famiglia è pensata e concretizzata come luogo sicuro e accogliente: anche se assume le forme di una madre invadente, di un padre orgoglioso e di una zia autoritaria, Jones e la Vardalos fanno leva sull’affetto indissolubile che lega tutti i protagonisti, colpiti/aiutati dall’onnipresenza dell’altro.
Anche con Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 l’elemento indispensabile per la buona ricezione dell’opera seconda è l’effetto nostalgia provocato da questa. Chiunque abbia apprezzato il primo film, sarà sicuramente felice di ritrovare i personaggi di un tempo, che qui si ripresentano integri nella loro funzione e identità: dall’affascinante marito di Toula, Ian (John Corbett), all’indiscreta madre di lei, passando per il padre testardo, le zie pettegole e la nonna silenziosa. A questi personaggi già noti si aggiungono quelli della nuova generazione, tra i quali spicca ovviamente Paris (Elena Kampouris), adolescente inquieta e brillante, desiderosa di lasciare il nido per volare finalmente con le proprie ali.
L’operazione effettuata dalla Vardalos riesce parzialmente a ricreare l’atmosfera del primo capitolo che tanto aveva divertito alla sua uscita: se non capace di attrarre nuovi seguaci, però, la pellicola potrà facilmente riuscire a coccolare i vecchi affezionati.