Suffragette: recensione

MAI ARRENDERSI, MAI SMETTERE DI LOTTARE: UNA BATTAGLIA PER L’UGUAGLIANZA

locandina SuffragetteGENERE: storico

DURATA: 106 minuti

USCITA IN SALA: 3 marzo 2016

VOTO: 3,5 su 5

Oggi votare è un diritto per gran parte delle donne del mondo, ma per poterlo ottenere le battaglie sono state dure e lunghe, e per alcune ancora non sono finite. Suffragette di Sarah Gavron racconta la lotta intrapresa dalle donne inglese per poter arrivare al suffragio universale, partendo da una figura specifica e all’inizio anonima come quella di una semplice lavandaia, per poi allargarsi ad un gruppo di attiviste che hanno sacrificato tutte sé stesse.

Londra, 1903. Maud Watts è una giovane donna che ha iniziato a lavorare a 7 anni per 13 ore al giorno in una lavanderia malsana, in cui ogni giorno la sua salute è messa a rischio e corre il pericolo di ferirsi, oltre ad essere ancora minacciata di subire gli abusi del suo capo, cosa che succedeva frequentemente quando era più piccola. Ora è sposata e ha un figlio piccolo, George. Durante una consegna, si imbatte un giorno casualmente nel mezzo di una manifestazione in cui le Suffragette, di cui fa parte anche la collega Violet, lanciano pietre contro le vetrine dei negozi. Inizialmente reticente alla causa, Violet e Edith, farmacista che gestisce col marito una base segreta delle Suffragette, riescono a farla interessare sempre più al movimento, e Maud capisce che non potrà mai sperare in una vita migliore per sé e suo figlio se le cose non cambiano. Diventa così, contro il volere del marito che la manda via di casa e le nega di stare con George, affidandolo ad un’altra famiglia senza il suo permesso, e attirando le antipatia dei vicini, una suffragetta a pieno titolo, con lo scopo di prendere in mano la propria vita.

Nonostante domini nel film la forte personalità della guida del movimento, Emmeline Pankhurst interpretata da Meryl Streep, fantastica come al solito nonostante la sua parte si estremamente ridotta ad una manciata di minuti, essa rimane uno spirito che pervade di coraggio e intraprendenza le suffragette senza essere invadente; anzi merito della pellicola è proprio quello di raccontare l’evoluzione del movimento attraverso le donne comuni, che non si risparmiarono, mettendo anche a repentaglio i rapporti personali e familiari, finanche la propria vita.

Ci sono le lavandaie, la farmacista, ma anche le borghesi (che avevamo già incontrato in Mary Poppins con le coccarde viola, verdi e bianche, seppur certamente con un’enfasi diversa). Tutte donne che, da un ceto o dall’altro, combattono fianco a fianco per ottenere quell’uguaglianza che è loro negata, dopo che per anni hanno cercato pacificamente di essere ascoltate senza risultati. Ed ecco allora le manifestazioni violente, le assemblee segrete, le azioni intimidatorie, come risposta a quel governo di uomini che nega il suffragio universale, pur essendo a conoscenza dei fatti e della situazione, per garantire quel potere che non deve essere toccato, compromesso ed eguagliato, ma difeso e conservato.

L’interpretazione di Carey Mulligan nel ruolo di Maud è probabilmente una delle sue performance migliori, qui nelle vesti di moglie e madre, instancabile lavoratrice che ad un certo punto sceglie di opporsi ai soprusi e alzare la testa. Grintosa e determinata, seppur ferita, decide di affrontare gli ostacoli di questo nuovo cammino accanto ad altre donne ugualmente intenzionate a cambiare il futuro, agendo sul loro presente, senza risparmiare un grandioso colpo di scena (realmente accaduto). Accanto a lei Helena Bonham Carter, Anne-Marie Duff,  Brendan Gleeson, e la già citata Streep.

In Suffragette la Gavron e la sceneggiatrice Abi Morgan non solo ci raccontano, attingendo direttamente a documenti e diari privati dell’epoca con approccio meticoloso e preciso, del brutale trattamento riservato alle donne, picchiate per strada dalla polizia e denigrate sul luogo di lavoro, alimentate a forza in carcere durante lo sciopero della fame (perché non potevano morire diventando delle martiri), e ritenute talvolta inferiori in famiglia; il film riesce anche a risvegliare la coscienza dello spettatore, portandolo per mano con grande coinvolgimento nella conoscenza di una piccola parte dei fatti dell’epoca, che seppur accaduti oltre un secolo fa non potrebbero essere più attuali, come dimostra a fine film la lista di Paesi e le relative date in cui il diritto di voto è stato concesso alle donne, l’ultimo solo nel 2015, mentre in altri ancora si è lontani dal raggiungimento di questa uguaglianza.

E allora il motto giusto è ancora una volta il loro: “Never surrender, never forget the fight”.

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