FESTEN : NEL PRIMO DOGMA 95 LE CRUDELTÀ SONO DI FAMIGLIA
Il 13 marzo del 1995 Lars Von Trier e Thomas Vinterberg dichiarano fedeltà ad un manifesto che esprimeva un vero e proprio voto di castità nel mondo cinematografico: il Dogma 95. Il decalogo parlava chiaro: niente scenografie o utilizzo di oggetti di scena, alcun uso di effetti speciali e sonori, e unico impiego di presa diretta e telecamera a mano. Inoltre il nome del regista non doveva mai essere accreditato. Festen è il Dogma #1, uscito nel ’98 in contemporanea con Idioti di Lars Von Trier e anche se contravveniva già ad una delle regole (era stato acquistato un vestito, contravvenendo alla regola che vietava l’introduzione di oggetti di scena ndr.), è il primo e promettente passo di un movimento nato dalla volontà di due grandi registi danesi, ai quali si aggiunsero in seguito anche Søren Kragh-Jacobsen e Kristian Levring.
Ad un anno di distanza dal funerale della sorella, Christian, Michael ed Helene si riuniscono con tutta la numerosa folla di amici e parenti in una lussuosa villa per celebrare i sessant’anni del padre, magnate dell’acciaio. Nonostante i normali conflitti tra fratelli e l’insofferenza familiare come alle volte accade, la festa sembra proseguire il suo naturale corso. Sarà però al brindisi del fratello maggiore, Christian, che la festosa atmosfera familiare verrà spazzata via da una verità tanto assurda quanto inaspettata.
Thomas Vinterberg è un maestro che sa esprimere un divertito sadismo alla conquista dello spettatore, perfettamente coinvolto nello spirito del film. L’umorismo nero di sottofondo si presta magnificamente alla tragicità del riprovevole evento protagonista del film.
La mancanza di effetti non è in nessun modo sofferta, anzi la regia minimalista e spoglia di ulteriori artifizi risulta ugualmente complessa. Le riprese, aiutate da un sapiente montaggio, sono tutte rigorosamente a mano e il disagio della mancanza di comodità tecniche ha portato al raggiungimento di espedienti originali per la rappresentazione cinematografica. Ripreso in video e poi trasferito su pellicola il film si poggia interamente sull’originalità di una sceneggiatura catalizzatrice e sulla bravura di attori, protagonisti di interpretazioni prive di alcun filtro.
Vincitrice del Premio Speciale della Giuria a Cannes, Festen è un’opera d’arte contemporanea senza pari, il primo esperimento di un cinema quanto più possibile vicino alla realtà e che raggiunge una grandezza narrativa piena di originalità. Esso è la prova che il grande cinema è ottenibile anche con poco, se c’è talento. Un talento che trova nelle costrizioni il modo migliore per primeggiare, per poter raccontare e fortemente ammaliare. Il dogma #1 è un perfetto ed equilibrato incontro di qualità tecniche ed artistiche come poche nel mondo del cinema e lo spettatore si divertirà ed enfatizzerà fino all’ultimo fotogramma con il disagio e la rabbia della Festa in famiglia più dissacrante e divertitamente cupa.
Vinterberg è in questi giorni al cinema con il suo quasi monumentale La Comune, un film in cui le ottime interpretazioni e la gabbia drammatica costruita ad hoc, sembrano non abbastanza per dare al film una piena approvazione. Ma per conoscere il regista che ci ha rapito con Il Sospetto, candidato agli Oscar nell’anno de La Grande Bellezza, Festen rimane il modo più genuino, divertente e tragicamente adatto per farlo.