Le confessioni: recensione

TONI SERVILLO E’ UN MONACO CERTOSINO INVITATO A PARTECIPARE AD UN SUMMIT TRA I MINISTRI DELL’ECONOMIA DEL G8

52651GENERE: drammatico

DURATA: 100 minuti

USCITA IN SALA: 21 aprile 2016

VOTO: 4 su 5

A tre anni dall’ultimo film (Viva la libertà) Roberto Andò torna al cinema presentando una nuova pellicola: Le confessioni. Il tema principale è ancora quello del potere. Mentre in Viva la libertà il pubblico veniva introdotto nelle sale in cui si esercita il potere politico ed entrava in contatto con i personaggi della vita politica italiana, nel film Le confessioni il regista analizza un altro tipo di potere, forse ancora più incomprensibile ed estraneo alla gran parte del pubblico. Inoltre, questa volta lo fa uscendo dai confini peninsulari ed agendo a livello internazionale.

Ci troviamo a Heilingendamm, in Germania, in un albergo di lusso sulle riva del mare. Eleganti automobili blu si fanno spazio tra i numerosi giornalisti che presidiano l’entrata. Questo fine settimana gli ospiti sono i Ministri dell’economia delle più potenti nazioni al mondo, il Gruppo degli Otto. Insieme a loro ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale e tre ospiti singolari: una celebre scrittrice di libri per bambini, un musicista ed un monaco italiano, Roberto Salus.

Gli uomini del governo si sono incontrati per finalizzare una manovra segreta, precedentemente accordata, che avrà conseguenze particolarmente pesanti sui destini di alcuni paesi. Vi è, però, una piccola minoranza tra i Ministri, che pur avendo approvato la proposta, nutre forti dubbi sulla sua validità e correttezza. Un evento tanto tragico quanto inatteso sconvolgerà completamente l’incontro. Il monaco, Roberto Salus, finirà al centro della rete di inganni, dubbi e menzogne legate alla natura della riunione. Verrà infatti sospettato di essere venuto a conoscenza, attraverso la confessione di uno dei Ministri, di importanti informazioni relative alla terribile manovra.

Il monaco, interpretato da Toni Servillo, è un personaggio paradossale ed inafferrabile, caratterizzato da una forte spiritualità e, allo stesso tempo, capace di afferrare i reali problemi delle persone che lo circondano. E’ silenzioso e di poche parole, ma sempre riflessive e di effetto. Insomma, in netto contrasto con i partecipanti del G8. Questi ultimi, al contrario, vengono rappresentati uniformemente come uomini di potere. Sono caratteri indefiniti, simili tra loro; figure grigie e poco appariscenti. E in quanto rappresentanti del potere, vengono raffigurati come cospiratori, egoisti e prepotenti. I soli che sembrano differenziarsi e mostrare caratteristiche umane sono, al contrario, quei pochi Ministri contrari alla manovra.

 

In questa nuova pellicola di Andò, si contrappongono due mondi. Da una parte quello dei Ministri. Ossia, i simboli di un regno impenetrabile e oscuro, quello dell’economia. Un sistema in rovina, senza rotta o direzione. Una fenice mancata, che cerca di aggrapparsi a formule prive di senso per rinascere dalle ceneri della crisi economica. Dall’altra parte, uno spirito libero, quasi fantastico e irreale, comunque completamente immune al loro potere. Il tacere sereno del monaco, dovuto al rituale sacro della confessione, si contrappone al segreto incomunicabile e arbitrario del potere economico, un potere che, intenzionalmente, si isola e si rende incomprensibile.

Ne Le confessioni, il regista cerca di introdursi, con un gioco di immaginazione, nelle stanze private degli uomini più potenti al mondo, e si diverte ad immaginare come questo gruppo di Ministri possa fronteggiare una situazione anomala. Roberto Andò ha l’abilità di creare del cinema e di introdurre un carattere poetico in argomenti pesanti ed austeri come il potere e la tirannia politica ed economica. Le confessioni è un bel film, coscienzioso e ben riuscito, che parla di etica senza dimenticarsi della natura estetica del cinema.

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