Veloce come il vento: recensione

VELOCE COME IL VENTO NON CONOSCE LIMITE DI ECCEZIONALITÀ

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GENERE: Azione, Drammatico

DURATA: 119 minuti

USCITA IN SALA: 7 Aprile 2016

VOTO: 4 su 5

Le nozioni tecniche sono essenziali, credere di poter salire su quelle quattro ruote senza alcuna o sommaria preparazione è da stupidi, se non da folli. Da disperati come pochi. E questo Loris De Martino (Stefano Accorsi) lo sa, lui che tra quelle curve ballava, ma sa anche che non basta. Sa che bisogna rischiare, giocare, divertirsi con la propria pelle per poter tirare fuori quella velocità che non lascerà altro che polvere agli avversari in coda e gloria davanti a sé. Per essere Veloce come il vento la giovanissima Giulia (Matilda De Angelis) si dovrà affidare proprio a suo fratello Loris, non più il brillante pilota di un tempo che caduto nel baratro della tossicodipendenza sarà anche l’unico e imposto tutore legale dopo l’improvvisa scomparsa del padre.

L’opera cinematografica di Matteo Rovere (Un gioco da ragazze, Gli sfiorati) è di altissimo livello. L’incontro tra le differenti qualità tecniche e artistiche, registiche e attoriali, arrivano a vette poche volte raggiunte nel nostro panorama cinematografico. Matteo Rovere sa restituire a livello estetico ed emotivo un’enorme intensità, che ritrova nell’incessante movimento veloce dell’oggetto osservato una dinamicità che diverte ed emoziona al tempo stesso lo spettatore.

L’azione è alla base del suo film ma parallelamente si sviluppa un’efficace ed intensa vicenda familiare che con grande verità mostra il lato drammatico e comico della vita. I suoi personaggi sono liberi da cliché e con disinvoltura restituiscono verità al grande schermo.

foto-veloce-come-il-vento-26-lowSorprende l’interpretazione Stefano Accorsi che si cala in maniera inedita e divertita nei panni di un ex-pilota, folle ed istintivo, che vive un forte dolore colmato solo con la tossicità della sua dipendenza. L’accento romagnolo aggiunge al suo Loris “Ballerino” una naturale pazzia fatta di momenti di particolare spontaneità. Il personaggio è ispirato alla figura di Carlo Caponi, grande pilota di rally che tra gli anni ’70 e ’80 vinse nel campionato nazionale ed europeo ma che si ritirò bruscamente per conflitti con la sua scuderia andando incontro ad una vita fatta di problemi di droga e l’insostenibile perdita di un figlio.

 

Matilda De Angelis è un’attrice dotata di  talento ed è qui alle prese con un carattere dolce e sensibile nascosto però dalla durezza che la giovane Giulia è costretta ad imporre a sé e agli altri per affrontare le difficoltà che le si pongono davanti. La sua bravura trova più volte l’occasione  per uscire allo scoperto, ma riesce specialmente quando è costretta a mostrare la vulnerabilità del suo personaggio.

Le musiche hanno una grande importanza in Veloce come il vento,  e oltre all’ipnotico pezzo che fa da colonna al trailer, ovvero Sail degli Awolnation, è Andrea Farri, già compositore per i primi due lungometraggi di Rovere, ad occuparsi della colonna sonora originale. La sua composizione ha lo stesso forte e caldo impatto che hanno i pneumatici sull’asfalto.

Veloce come il vento è grande cinema e non vederlo sarebbe come perdere una grande occasione.

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