“IL COLTELLO NELL’ACQUA”, L’AVVINCENTE OPERA PRIMA DI ROMAN POLANSKI
Il coltello nell’acqua è un film del 1962 diretto da Roman Polanski. Si tratta del primo lungometraggio realizzato dal celebre regista polacco. Non ebbe molto successo a livello domestico, considerato troppo poco socialmente impegnato. Al contrario, ebbe un enorme successo a livello internazionale, aprendo la strada ai successivi lavori del regista. Fu il primo film polacco ad essere nominato agli Oscar come miglior film straniero (quell’anno la statuetta se l’aggiudicò Fellini con 8 e 1/2).
Il film ha inizio con l’incontro tra una coppia di fidanzati in vacanza ed un autostoppista. I due, dopo aver dato un passaggio al ragazzo, decidono di invitarlo ad unirsi a loro in una piccola uscita in barca. Ha inizio, così, un conflitto psicologico tra i due uomini per conquistarsi le attenzioni della ragazza. Costretti da una tempesta nel piccolo abitacolo della barca, la tensione cresce fino a raggiungere livelli insopportabili. Un gesto, un occhiata o una parola di troppo saranno sufficienti a far scoppiare la fiamma.
La storia, scritta da Polanski in collaborazione con Jerzy Skolimowski –all’epoca studente universitario, pugile non professionista e poeta – è piuttosto semplice: tre persone con caratteri antagonisti rimangono rinchiuse a stretto contatto in uno spazio confinato. Una conclusione brutale è inevitabile. La qualità del film e la particolarità della sceneggiatura consistono nella fine rappresentazione di tale conflitto e, più in generale, nell’elegante realizzazione dell’intera pellicola.
Il regista dona particolarità e complessità alla storia grazie all’attenzione che dedica ai particolari, sia per quanto riguarda i personaggi sia lo spazio che li circonda. Polanski dimostra di avere sin dagli esordi alla regia, una straordinaria abilità nell’utilizzare i più piccoli movimenti dei personaggi e l’ambiente che li circonda per trasmettere al pubblico emozioni particolarmente forti.
In Il coltello nell’acqua una sensazione mista di ostilità, isolamento ed oppressione avvolge gli spettatori. La barca acquista così le sembianza di una prigione, gli spazi sono ristretti, opprimenti; il mondo esterno è lontano, non si vede una persona oltre i tre personaggi principali per l’intera durata del film. Polanski è in grado di comunicare emozioni tramite l’utilizzo di immagini piuttosto che esclusivamente tramite dialogo. Così, il coltello a cui si riferisce il titolo, si mostra non solo come segno di virilità ma come vero e proprio oggetto nel duello psicologico tra i due uomini, diventando il simbolo stesso della tensione che caratterizza l’intero film.
Il primo lungometraggio di Polanski è un thriller psicologico sorprendente. La storia è semplice ma le implicazioni delle azioni ed emozioni dei suoi personaggi sono profonde. Con un dialogo pungente ed una stupenda composizione di immagini, Polanski crea una dissezione inquietante sull’uomo in uno dei suoi aspetti più primitivi e ridicoli. Si tratta di uno studio perverso che ha ad oggetto la paura, l’umiliazione, la sessualità e l’aggressività dell’essere umano.
Girato in bianco e nero, con un cast di tre persone, in una piccola località balneare, Il coltello nell’acqua è un film profondamente avvincente dall’inizio alla fine. Polanski con il suo primo piccolo capolavoro fa completamente sfigurare le grandi produzioni Hollywoodiane.