IL MERIDIONE ATTRAVERSO IL RACCONTO DI UNA STORICA LINEA FERROVIARIA
Il cinema, specialmente quello indipendente, e il sociale hanno visto incrociarsi le proprie strade in più di un’occasione. Non sempre, però, la denuncia ha trovato poi un riscontro effettivo, tanto negli enti governativi quanto nello stesso pubblico. In tal senso, il caso di Ultima Fermata di Giambattista Assanti acquista ancor più valore, visto quanto sia riuscito a sensibilizzare ora gli abitanti ora e soprattutto le associazioni territoriali del luogo.
Rocco ritorna nel suo piccolo paese d’origine in occasione della morte del padre, storico capotreno della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta S. Antonio, che non sentiva ormai da molto tempo. L’incontro con Nina, un amore giovanile dimenticato, con Rosa e con gli abitanti del paese, porteranno il giovane a comprendere le complesse dinamiche che animavano il vecchio padre, riscoprendo anche se stesso. Una storia interna che diventa il pretesto per raccontarne una più ampia, ovvero quella di quelle generazioni di uomini e donne, le cui vite sono state scandite dai passaggi di una linea ferroviaria, presto entrata nel mito e nella leggenda di questa terra del sud; che ha assistito come muta spettatrice a partenze e arrivi, amori e abbandoni, gioie e dolori di intere famiglie.
Il protagonista, Rocco Caposella, è interpretato da Luca Lionello, figlio del compianto Oreste, candidato ai David di Donatello nel 2006 per il film Cover Boy di Carmine Amoroso. Per Ultima Fermata, invece, è stata nominata agli Oscar italiani, come Miglior Attrice Non Protagonista, Claudia Cardinale per il ruolo di Rosa. Insieme a loro Francesca Tasini (Nina), Sergio Assisi e Nicola di Pinto. Premi e riconoscimenti che intanto non sono finiti qui, tra cui la ribalta internazionale in festival esteri come l’International Film Festival di Dublino, fino all’essere presentato all’Istituto di Cultura Italiana di Parigi.
Ultima Fermata nasce dalla forte volontà del Giambattista Assanti di raccontare la realtà della propria terra d’origine e non a caso un lavoro tanto personale segna il suo esordio dietro la macchina da presa. Una volontà che il regista condivide con Francesco Dainotti, sceneggiatore della pellicola insieme ad Assanti e anch’esso della provincia di Avellino, il quale proprio per realizzare il film fonda la casa di produzione Gekon Productions (che ha in cantiere già due nuovi progetti, tra cui il corto Confinati a Ponza di Francesco Maria Cordella), una pratica ultimamente comune a molte opere prime indipendenti e che allo stesso tempo conferma l’attaccamento emotivo per i due uomini di cinema verso il progetto.
Ne viene fuori un film corale, che mira a dipingere un ritratto dell’Italia rurale meridionale dagli anni Cinquanta ad oggi, avvalendosi anche di immagini di repertorio e delle popolari musiche di artisti come Paolo Jannacci, che rafforzano la componente “documentaristica” e reale che fa da sfondo all’opera. Il protagonista, attraverso i luoghi del padre, compie un viaggio non solo spaziale ma anche interno al proprio animo, riscoprendo la propria storia e le proprie tradizioni. La tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta S. Antonio in tanti anni di attività ha avuto il merito di collegare tre delle più importanti regioni meridionali (Campania, Basilicata e Puglia) con il resto del mondo. La chiusura definitiva nel 2010 ha sconvolto le vite di molti cittadini, relegati nell’isolamento dei loro paesini. Come anticipato, però, grazie alla commovente e sentita denuncia apportata da Ultima Fermata, si è finalmente riaperto il dibattito sulla riapertura della tratta, ora oggetto di un disegno di legge sulle ferrovie turistiche proposto dalla senatrice Anna Maria Carloni,alimentando speranze che sembravano ormai infrante.