CINEMA DI IERI PRESENTA “ALICE NELLE CITTA” DI WIM WENDERS
Alice nelle città è un film del 1974 diretto dal celebre regista tedesco Wim Wenders. Il film è il primo della “trilogia della strada” del regista, di cui fanno parte anche Falso Movimento (1975) e il capolavoro Nel corso del tempo (1976).
Alice nelle città, girato in bianco e nero, è un “road movie”. Il viaggio inizia in North Carolina con Philip Winter, uno scrittore tedesco in viaggio per gli Stati Uniti e nel bel mezzo di una profonda crisi spirituale. Ha avuto l’incarico di scrivere un articolo sul panorama e l’ambiente americano. Però, a causa dell’inaspettata aridità e monotonia dell’ambiente statunitense in cui vedrà riflesso il proprio cupo stato d’animo, lo scrittore non riuscirà a completare il proprio lavoro. Terminato il tempo che gli era stato concesso si presenta dal redattore senza alcun articolo ma semplicemente con un mucchio di polaroid scattate durante il viaggio.
Naturalmente la condotta è inaccettabile e lo scrittore viene allontanato. Gli viene imposto di rientrare in Germania e completare il proprio lavoro. Mentre cerca di prenotare il volo per tornare in patria, incontra una donna, con lei la figlia di dieci anni Alice. Improvvisamente però la donna scompare e Philip si ritrova da solo con la bambina. Deciderà di prendersi cura di lei e in possesso di una singola foto, girovagheranno per diverse cittadine tedesche in cerca della nonna di Alice.
Come ho già detto, Alice nelle città è un Road Movie ma, per Philip, il viaggio non è solamente fisico ma una vera e propria riabilitazione spirituale. Lo scrittore tedesco inizia il suo viaggio negli Stati Uniti, poi, passando per l’Olanda, lo prosegue in Germania con Alice. Allo stesso tempo, però Philip sostiene un percorso di crescita ed un intimo cambiamento personale. Mentre all’inizio del film viene rappresentato come uno scrittore solitario e alienato dal resto del mondo a cui manca l’ispirazione e che non riesce a trovare una propria ragione di vita, con la presenza di alice l’atmosfera inizia a cambia drasticamente.
Philip riesce di nuovo a divertirsi e ad entrare in contatto con il mondo che lo circonda. Le persone che incontra lungo la strada non sono più figure confuse, inaccessibili ed incomprensibili ma tornano ad avere, ai suoi occhi, un aspetto confortevole e calore umano. Alice sembra aiutarlo a riallacciare i rapporti con il mondo esterno e, allo stesso tempo, a far la pace con sé stesso.
Questa differenza tra la prima e la seconda parte del film viene enfatizzata dalle riprese di Wenders. Vi è un’enorme differenza tra quelle in territorio americano e le successive in Europa. Le prime sono caratterizzate dalla solitudine del protagonista, dall’aridità del paesaggio, dal clima sfavorevole ed una pioggia incessante. Arrivati in Europa invece le scene si fanno più dinamiche e molto meno desolate.
Le riprese del film furono realizzate in ordine cronologico, partendo quindi dalla North Carolina, poi proseguendo per New York, Amsterdam ed infine Germania. Andando avanti con le riprese e sentendosi via via più confidenti, venne dato spazio all’improvvisazione. Verso la fine del film, come afferma lo stesso regista, il copione veniva ignorata completamente. Con ottimi risultati. Infatti, la principale qualità del film è proprio costituita dalla naturalezza dei dialoghi e delle interpretazioni degli attori.
Come per molte delle opere di Wenders, la visione di Alice nelle città è un’esperienza emozionante, difficile da definire con esattezza, da cui si rimane completamente affascinati. Toccando temi rilevanti e profondamente interessanti, con riprese in bianco e nero mozzafiato e una colonna sonora realizzata dal leggendario gruppo musicale CAN, Alice nelle città è un vero e proprio classico, realizzato da un maestro del cinema.