“IN QUEI MESI ERANO NATE AMICIZIE, AMORI, FAMIGLIE PARALLELE A QUELLE ROMANE, UN MONDO”: 40 ANNI DI NOVECENTO DI BERNARDO BERTOLUCCI
Novecento. Cinque ore di cinema puro. Sono passati quarant’anni dall’uscita del film e per l’occasione Bernardo Bertolucci ha regalato a chi ama il suo cinema un’ora di conversazione sul film, condotta da Arianna Finos, firma di La Repubblica, all’interno della manifestazione La Repubblica delle Idee (Roma).
Elegante come sempre, con quella erre leggera e un po’ francese, Bertolucci tradisce qualche emozione tornando con il pensiero al set di Novecento, durato ben 44 settimane di lavorazione.
“Quando i produttori mi dissero che dovevo chiudere mi resi conto che era già passato tutto quel tempo, e quando lo dissi alla troupe mi odiarono. In quei mesi erano nate amicizie, amori, famiglie parallele a quelle romane, un mondo”.
Un set speciale, se si pensa che metteva insieme i giovani Gerarde Depardieu e Robert De Niro, Sterling Hayden e Burt Lancaster, Donald Sutherland, le bellissime Stefania Sandrelli e Dominique Sanda, Laura Betti e Alida Valli. Un cast stellare. Bertolucci racconta che Sterling Hayden si tagliò la barba non appena lui gli disse “non si è mai visto un contadino con quella barba”, che Depardieu necessitava solo di una “spintarella” per andare in scena, mentre De Niro voleva parlare ore ed ore del personaggio e delle scene da girare. Bart Lancaster gli regalò letteralmente la sua performance, altrimenti il suo agente avrebbe chiesto troppo.
Una sceneggiatura che fece innamorare i suoi interpreti, ed infuriare la Paramount per le troppe “bandiere rosse”. “Andammo negli Stati Uniti per cercare una distribuzione alternativa, ma nulla”. Eh si, anche quel capolavoro ha avuto vita grama in sala per questioni politiche. Persino in Italia il PCI reagì male, specie alle scene del processo al padrone. “Non so come sopravvissi a quella reazione” ammette Bertolucci. Lui che quel film lo aveva scritto e girato – ammette – con la megalomania post Ultimo Tango e pensando di poter cambiare il mondo con un film.
“Forse si – l’ho scritto e girato perché mi sentivo in debito con quel mondo contadino, così vicino e lontano dal mio” dice il regista. E quel senso di riconoscenza si respira eccome. Poi racconta di Olmo, quel nome inesistente che usò in omaggio a quegli alberi sofferenti della sua terra, e che poi è diventato un nome vero, dato ai figli dai genitori invaghiti del film, tanto da dar vita ad un documentario!
Ad un certo punto Stefania Sandrelli, 70 primavere appena festeggiate, sale sul palco e coinvolge Bertolucci in una serie di aneddoti, con quella sua aria da ragazzina sempre innamorata. Bernardo la osserva con occhio paterno, e sorride. La Sandrelli racconta di De Niro, “carino da impazzire” e che avrebbe voluto girare tutti i film di Bertolucci – “non per ingordigia eh, ma perché girare con te è magia pura, avevo sempre la sensazione di fare un cinema straordinario”. Come darle torto?
E se quarant’anni dopo siamo qui a parlarne, vale la pena di rivederlo, ancora e ancora, Novecento.