It Follows: recensione

ATMOSFERE SUGGESTIVE PER UN HORROR DAI RITMI CALZANTI E UN INCUBO SENZA FINE

it follows posterGENERE: horror

DURATA: 94 minuti

USCITA IN SALA: 6 luglio 2016

VOTO: 4 su 5

L’autunno in città per la diciannovenne Jay (Maika Monroe) significa scuola, ragazzi e fine settimana al lago. Ma dopo un’uscita e un incontro sessuale apparentemente innocente con il suo ultimo ragazzo (Jake Weary), si ritrova perseguitata da strane visioni e dalla sensazione inevitabile che qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo. Di fronte a quest’incubo senza fine, Jay può contare sull’aiuto e il sostegno dei suoi amici, che faranno di tutto per aiutarla a sfuggire agli orrori di questa brutta sensazione. Tuttavia, l’ossessione che qualcuno la stia seguendo perseguita Jay sempre di più e non sembra esserci nessuna via d’uscita.

Produzione low budget, It Follows è la prima vera opera del regista David Robert Mitchell, un quasi esordiente dietro la macchina da presa, che nel 2014 (data di uscita del film) ha terrorizzato e sbancato i botteghini americani con questo horror originale. La prima cosa che colpisce in It Follows è la costruzione della pellicola stessa. La musica è calzante, dà ritmo al film e ne scandisce ogni scena, attraverso un angosciante climax che ci fanno entrare nei panni della protagonista stessa. E così anche noi ci sentiamo perseguitati e abbiamo la sensazione che qualcuno ci stia osservando e venga verso di noi.

Mitchell costruisce un horror angosciante e ossessivo intorno alla giovane protagonista, interpretata da Maika Monroe (che se la cava benissimo nei panni dell’adolescente Jay tormentata e spaventata), ma espande il suo occhio anche agli altri personaggi. Gli amici della stessa e la sorella (Lili Sepe): un gruppo di ragazzi in preda a un incubo che diventa reale. In questo caso, i lievi riferimenti a Nightmare, ma all’horror degli anni ’80, ci sono, così come una delle regole più classiche del genere, già citati nella saga di Scream: se fai sesso, muori.

It Follows affonda le sue radici in una delle paure più comuni e primordiali dell’uomo, in quella strana sensazione di essere seguiti che non ci abbandona e colpisce anche le persone più tranquille. Mitchell gioca molto su campi lunghi e lunghe scene lente, ed è questo il segreto del successo del film: la minaccia non ha un volte né un nome, ma assume un linguaggio metafisico, mentale e psichico. Sicuramente It Follows si inserisce nella lista dei migliori horror degli ultimi dieci anni.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.