L’ULTIMO LAVORO DI WOODY ALLEN E INDIVISIBILI LE NOSTRE SCELTE, BOCCIATO BEN-HUR
Oramai non passa anno senza l’uscita di un suo film, qualcuno più riuscito qualcuno molto meno, ma Woody Allen rimane comunque oggetto di grande interesse. Vuoi per il sempre nutrito cast ricolmo di stelle hollywoodiane, vuoi per un passato artistico che ha segnato un’era nella storia del cinema, difficilmente un suo lavoro finisce per passare inosservato. L’estrema prolificità che sta caratterizzando questa, lunga, fase della sua carriera (è prossimo anche il suo approdo nella televisione) rimane oggetto di accese discussioni, ma ciò non vuol dire che possa esser giudicato a prescindere: ce l’avrà fatta stavolta con Café Society a smentire gli scettici? Altro oggetto di discussioni, ben più recenti, è stato invece Indivisibili, considerato da alcuni il giusto candidato del cinema italiano da presentare agli Oscar di questa stagione (a cui è stato preferito, come sappiamo, Fuocoammare). Per potersi in qualche modo schierare opportunamente, in tale diatriba, non resta che visionarlo direttamente in sala. Non convince affatto, invece, l’ennesimo scialbo remake hollywoodiamo di Ben-Hur, che finisce dritto dritto nei nostri sconsigli della settimana, per la serie: certe pietre miliari, lasciamole lì dove stanno, per favore.
Nella New York degli anni trenta, una famiglia ebrea è scossa quando il giovane figlio Bobby (Jesse Eisenberg) decide di partire per Los Angeles per tentare la strada del successo nel mondo del cinema, diventando agente cinematografico. Supportato dal ricco zio Phil (Steve Carell) che gli trova lavoro come fattorino, Bobby entra nell’atmosfera pimpante della Cafè Society, conoscendo vizi e capricci dei divi di Hollywood. Lì incontra Vonnie (Kristen Stewart) di cui si innamora, ma non ricambiato perché lei è impegnata. Ma al di fuori delle luci della ribalta niente è come sembra nella città degli angeli e il ragazzo dovrà ricredersi su molte cose. Rispetto al sottotono Magic in the Moonlight, Woody Allen è un gradino più in alto per quanto riguarda la sceneggiatura. In Café Society si critica con sagace umorismo la società degli anni trenta, quella patinata fatta di personaggi falsi e opportunisti, che sotto la scorza non nascondono un briciolo di personalità.
Viola e Dasy sono due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e, grazie a questo lavoro, mantengono tutta la famiglia. Le cose vanno bene fino a quando non scoprono che hanno la possibilità di dividersi. Una delle due in particolare sogna di avere la normale vita di un’adolescente, che sia viaggiare, ballare, bere vino senza che l’altra si ubriachi, uscire e fare l’amore con un ragazzo. E sarà pronta a tutto per realizzare questo desiderio a cui invece la famiglia è contraria. Un applauso alle protagoniste di Indivisibili, le gemelle Marianna e Angela Fontana, bravissime interpreti di una triste realtà di periferia dalla quale emerge un fondamentalismo mentale che fa rabbia e paura. Il film di Edoardo De Angelis è stato presentato a Venezia 73, nella sezione Giornate degli Autori.
Al tempo di Cristo, il nobile giudeo Giuda Ben-Hur (Jack Huston) e suo fratello adottivo, il romano Messala (Toby Kebbell), non sono parenti di sangue, ma sono legati da una forte amicizia. Un giorno quest’ultimo decide di partire per Roma ed arruolarsi nell’esercito sotto Ponzio Pilato (Pilou Asbæk). Al suo ritorno, Messala e Ben-Hur hanno idee completamente diverse su Roma e su come dovrebbe gestire le sue province. Durante l’entrata a Gerusalemme di Pilato e dei suoi soldati, Ben-Hur viene falsamente accusato di tentato assassinio da parte di Messala, che non risparmia neanche il resto della sua famiglia. Pur mantenendo più fede all’omonimo romanzo di Lew Wallace, il Beh-Hur diretto da Timur Bekmambetov, quinto adattamento sullo schermo, non trasmette quelle stesse emozioni che l’originale ci aveva dato, una fiaba frettolosa che non lascia niente allo spettatore, se non il desiderio di dimenticare in fretta ciò che ha appena visto.