“NON C’È DA FIDARSI DI CHI NON MANGIA BENE”: IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA, L’OPERA PIÙ IMPORTANTE E TIPICA DELLA PRODUZIONE DEL GRANDE LUIS BUÑUEL
Le charme discret de la bourgeoisie è un film del 1972, premiato con l’oscar nella categoria di miglior film straniero e salutato entusiasticamente dalla critica di mezzo mondo.
Il cineasta aragonese Luis Buñuel ci porta con questa sua opera dentro alla vita di due coppie borghesi nella Parigi degli ani ’70 i Senechal e i Thevenot ai quali per tutta la durata del film si accompagnano la giovane Florence e l’ambasciatore Raphael.
I sei protagonisti del film ci vengono mostrati, sin dall’inizio e poi più volte nel corso del film, camminare in una strada asfaltata vestiti di tutto punto. In questa immagine ripetuta troviamo il senso più evidente di questa complessa opera; cioè la critica ad una borghesia inutile annoiata che vaga ben vestita alla ricerca del nulla, senza una meta.
Il film si svolge e si sviluppa intorno ad un tema ricorrente quello del cibo,della sua venerazione e dell’impossibilità per i protagonisti di mangiare insieme(sempre interrotti o impossibilitati da qualcosa). Il cibo come elemento legato alla classe sociale , come nella scena del martini dry nella quale i sei chiamano l’autista della macchina per vedere come lo beve per poi mandarlo via commentando“ecco come non si beve un martini”. Il cibo legato alla morte come nella scena del ristorante adibito a camera mortuaria o anche nel sogno dell’ambasciatore che pur di mangiare un ultimo pezzo di “coscio” esce dal suo nascondiglio e si fa uccidere.
Il sogno è un altro tema centrale, Buñuel spinge infatti mano a mano che si va avanti nella sua opera in una dimensione sempre più onirica e sognante creando una struttura concentrica di sogni dentro ad altri sogni portando cosi’ lo spettatore a perdere contatto con la realtà. Tale scelta è assolutamente coerente con la poetica di Buñuel volta più a provocare lo spettatore e a scandalizzarlo che a raccontargli una storia convenzionale, non per niente il regista aragonese è considerato uno dei principali esponenti del cinema surrealista.
Altro elemento molto interessante è quello del’utilizzo del sonoro, Bunuel infatti in alcuni momenti del
film inserisce un fortissimo rumore di sottofondo, il quale ci impedisce di sentire ciò che si dicono gli attori e portando cosi’ lo spettatore a sforzarsi per cercare di sentire e avvicinandolo ancora di più al film. Il momento più intenso nell’utilizzo di questa tecnica è quello in cui il fastidio sonoro viene fatto percepire come a noi anche a uno dei personaggi dentro lo schermo, frantumando cosi’ la cosiddetta quarta parete e mettendo “noi” spettatori accanto a quel personaggio e quindi dentro il film.
Oltre alla borghesia vengono presentati altri gruppi sociali “cari” a Buñuel: il clero (nella persona del vescovo) la polizia e l’esercito, visti tutti come asserviti alla borghesia al punto da umiliarsi , esemplificativo di ciò il vescovo che diventa giardiniere dei coniugi Thevenot. Il clero ci viene presentato come ignorante, ridicolo e contraddittorio come nella scena del perdono/assassinio del contadino .La polizia invece è torturatrice e asservita al potere politico, rappresentato dal ministro degli interni, mentre l’esercito nazionalista e ossequioso oltremodo con la borghesia.
In conclusione Il fascino discreto della borghesia è un opera dissacrante rivoluzionaria e vivissima,un film che ogni amante della settima arte non può che amare/odiare ma che non può di certo lasciare indifferenti.