ABUSO MINORILE E AMORE-OSSESSIONE IN UNA PELLICOLA SPENTA CHE NON RIESCE A PROVOCARE LA GIUSTA REAZIONE AI DELICATI ARGOMENTI
GENERE: drammatico
DURATA: 93 minuti
USCITA IN SALA: N/A
VOTO: 2,5 su 5
Una giovane donna di nome Una (Rooney Mara) si presenta sul posto di lavoro di un uomo che conosceva col nome di Ray (Ben Mendelsohn), ma che ora si fa chiamare Peter; sta cercando risposte sul suo passato e su un particolare fatto della sua infanzia che le ha sconvolto la vita. Quando aveva 13 anni, Una, infatti, è stata molestata sessualmente dall’uomo, che le ha fatto credere per anni che in realtà quel tipo di rapporto fosse amore. Una è un film diretto da Benedict Andrews, al suo esordio dietro la macchina da presa, che per anni si è occupato di regia teatrale. Il film è una trasposizione della pièce Blackbird di David Harrower, Blackbird, dove al posto di Rooney Mara e Ben Mendelsohn c’erano Jeff Daniels e Michelle Williams.
Una è un lento e agonizzante confronto tra una donna e un uomo, che scorre in maniera angosciante, silenzioso, passando da momenti in cui scende nei particolari minuziosi della loro relazione sessuale, ad attimi in cui lasciano il tutto all’immaginazione dello spettatore. La storia di Una è un racconto di ossessione, di un amore-illusione soffocato e dettato dalla confusione della giovane ragazza, che scambia il desiderio dell’uomo maturo per un sentimento puro e reale nei suoi confronti.
Una moderna Lolita che però non ha nulla in comune con il personaggio letterario. Ray ha dovuto cambiare vita e identità in seguito all’accaduto; Una è rimasta la stessa, come indica il titolo del film (scelto al posto dell’originale Blackbird), ma è profondamente segnata da quell’esperienza: beve e fa sesso con sconosciuti come cercasse di appagare quel senso di amore che non è riuscita ad avere da Ray. Una non è solo un racconto di amore-ossessione, ma dovrebbe essere anche una storia di abuso minorile. Peccato che Andrews manca l’obbiettivo e si limita a narrare una storia su due piani, quello dei flashback tra la protagonista e l’uomo, e quello attuale, del confronto tra i due personaggi.
Il risultato è una noia e un lungo film che non ha niente di psicologico e non indaga a fondo a un tema così importante quanto attuale. Unica nota positiva è l’interpretazione di Rooney Mara, che sembra abbonata ai ruoli della ragazza complessa e spaesata, la quale, con i suoi occhi da cerbiatta incanta e cattura l’attenzione.