PRESENTATO NELLA SEZIONE ORIZZONTI A VENEZIA 73, SARÀ IN SALA DAL 24 NOVEMBRE IL PIÙ GRANDE SOGNO, DIRETTO DA MICHELE VANNUCCI
Ho incontrato Mirko Frezza a Venezia, durante il Festival, perché il film di cui è protagonista, Il più grande sogno (in sala dal 24 novembre), è stato presentato nella sezione Orizzonti.
Gli ho chiesto, essendo la sua prima volta al festival, “Allora, come ti sembra questa esperienza?” “Un sogno”, dice sgranando i grandi occhi chiari e sciogliendosi in un sorriso, “Questo lo chiamano lavoro? Io caricavo e scaricavo quarti di bue, quello era lavoro. Ma che ne sanno questi der lavoro! “. E anche se sappiamo che fare cinema è un lavoro, talvolta molto sfiancante, come dargli torto?
Opera prima di Michele Vannucci, è ben riuscita e significativa sotto diversi aspetti. Anzitutto la determinazione e il coraggio del suo produttore, Giovanni Pompili di Kino Produzioni, che ha fortemente voluto realizzare il lungometraggio tratto dal corto, sfidando il mercato, che spero premi questa operazione di indubbio valore non solo cinematografico, ma umano e sociale.
Il film racconta infatti la storia vera di Mirko Frezza, giovane cresciuto ai margini di Roma e poi uomo e padre, inciampato negli “impicci” illegali e rimasto in carcere per sette anni. È qui che scopre di avere ancora un futuro, ed uscendo lotta per costruirlo, spezzando la catena del piccolo crimine, che il padre cerca di tenere ben salda.
Mirko non è ancora un attore, lo sta diventando, per la sua innegabile forza comunicativa. È un uomo che pensava di non arrivare a quarant’anni e quando ci è arrivato ha deciso di rinascere. Vannucci coglie l’essenza di questa sfida e la porta sul grande schermo con grande rispetto, e con doti da buon regista emergente che può fare molta strada. Accanto a Mirko Frezza, talento naturale indomato, Alessandro Borghi, Milena Mancini (bravissima), Vittorio Viviani, Ginevra De Carolis e Ivana Lotito.
Io vi consiglio di andare a vederlo, sostenerlo, fare passaparola. Perché questo è un cinema di cui si sente la necessità.