LA NUOVA LEGGE CINEMA E LE SALE DELLA COMUNITA’ ESPOSTE NEL CONVEGNO DI FIRENZE
Si è tenuto a Firenze il convegno sul tema “Nuova legge cinema e Sale della comunità”. Rappresentanti di organizzazioni ed associazioni del settore – ma anche strutture dedicate al tempo libero e parrocchie con sale apposite – hanno avuto modo di approfondire i vantaggi della nuova legge sul cinema e l’audiovisivo. Durante l’evento era presente la senatrice Rosa Maria Di Giorgi la quale ha messo in chiaro che la “legge favorirà lo sviluppo dell’impresa cinematografica”, specificando che “non è un finanziamento statale alle sale, anche perché lo Stato non può sostenere un’impresa.
Il Cinema però ha un valore culturale che non può mancare ed è per questo che esiste un Fondo unico dello spettacolo”. La legge infatti è volta a “dare spazio a chi davvero fa cultura cinematografica. L’idea che ha spinto in questa direzione è quella che attraverso la settima arte si potessero di nuovo mettere insieme le persone”. Per quanto riguarda l’educazione cinematografica, la senatrice ha rivelato che “ogni anno il 3% del Fondo Unico verrà distribuito per attività di educazione. Quando si coinvolge la scuola, si punta al futuro” e il cinema ha bisogno di giovani che sappiano valorizzare la cultura.
Il presidente della Commissione CET per la cultura e le comunicazioni sociali Riccardo Fontana, invece, ha evidenziato il fatto che per la prima volta una legge sia intitolata “Sale della Comunità”, sottolineando così la partecipazione attiva del mondo cattolico. Per quanto riguarda il concetto di Sala della Comunità nelle periferie, Don Adriano Bianchi – presidente nazionale ACEC – ha fatto un esempio pratico su quanto accaduto in una parrocchia in Lombardia: “Sono stato ad inaugurare un videoproiettore in una parrocchia di 1300 abitanti. Per comprarlo la gente ha organizzato vendite di fiori e ravioli fatti in casa. Questa è la comunità. La comunità che non vuole perdere i propri luoghi e sa come dargli valore”.
È emerso infatti che circa il 10% delle parrocchie italiane sono dotate di sale attrezzate per la visione di film. Questi locali sono situati anche in territori a scarsa densità di popolazione e in zone rurali distanti dalle città.
I punti chiave della nuova legge:
– Utilizzo di strutture e attrezzature già esistenti
– Gestione da parte di volontari
– Fascia di pubblico inferiore alle 99 persone
– Accesso ad un segmento di mercato diverso dalla prima visione e dall’homevideo
Il presidente regionale ACEC-ANCCI Vito Rosso ha proposto 3 istanze:
– Favorire la creazione di sale cinematografiche con caratteristiche diverse da quelle del circuito di prima visione (capienza, programmazione, condizioni fiscali, ecc.) la cui gestione possa avere carattere di economicità basandosi sul contributo delle associazioni di volontariato e su prodotti di mercato di difficile circuitazione o uscita dalla prima visione.
– Definire per i circoli di cultura cinematografica – enti senza scopo di lucro la cui attività è finalizzata alla formazione del pubblico – condizioni operative che consentano l’accesso ai prodotti cinematografici a condizioni economicamente supportabili prevedendo una diversa modalità di riconoscimento dei diritti d’autore , in specifico per quelle opere destinatarie di contributi pubblici. Ad un tempo prevedere possibilità di incentivanti per coloro che operano in questo contesto e che, ad un tempo, contribuiscono combattere il malcostume dell’uso improprio dei prodotti coperti da diritti d’autore.
– Includere i circoli di cultura cinematografica, tramite le associazioni nazionali che li rappresentano, negli ambiti di discussione e di organizzazione delle attività di educazione all’immagine nelle scuole sia a livello nazionale che regionale.