Oceania: recensione

IL NUOVO LUNGOMETRAGGIO DISNEY SULLA STORIA DELLA CORAGGIOSA VAIANA E DEL VIAGGIO PER SALVARE IL SUO POPOLO

oceania-locandinaGENERE: animazione
DURATA: 103 minuti
USCITA AL CINEMA: 22 dicembre 2016
VOTO: 3,5 su 5

La voglia di esplorare il mondo, di partire solcando l’oceano e di cercare altrove un benessere che sta lentamente venendo a mancare nella propria terra: sono questi i desideri che animano Vaiana, adolescente sveglia e intraprendente e figlia del capo dell’isola di Motunui, nel Pacifico meridionale. Ma il paradiso polinesiano nel quale è nata e cresciuta sta mano a mano morendo, diventando ostile per la tribù che vi abita. È la saggia nonna di Vaiana a rivelare a sua nipote il motivo e a spiegarle che proprio lei può fare qualcosa per salvare il suo popolo. Per riuscirci, dovrà trasgredire le leggi paterne e navigare in mare aperto, coinvolgendo proprio colui che è la causa dei loro problemi: il semidio Maui.

Settimo lungometraggio Disney diretto dalla coppia Ron Clements e John Musker, Oceania (titolo originale Moana) arriva nei cinema italiani nel periodo natalizio, preannunciandosi come l’ennesimo successo al botteghino.
Una storia di formazione che continua il percorso intrapreso anni fa dalla Disney di riscattare il femminile e i personaggi che appartengono a questo universo: non più principesse che necessitano, per giungere davvero a un lieto fine, dell’intervento fondamentale di un uomo (che sia un bacio sciogli-incantesimo o una scarpetta di cristallo fatta indossare al momento giusto), ma giovani donne che detengono un potere, hanno capacità decisionali e sono motivate nel loro agire non dall’amore per un lui ma da esigenze più grandi. Come in Frozen, dove a muovere il tutto era il rapporto tra le sorelle Elsa e Anna e il bisogno di garantire il benessere per la loro gente, anche in Oceania motore del racconto è qualcosa che va oltre la lineare relazione uomo-donna.

Vaiana ha un rapporto speciale con le figure femminili della sua vita, la mamma e più ancora la nonna, che incoraggia lo spirito d’avventura che è in lei, soffocato invece dal padre. Nella missione che la porterà molto lontano da casa, la ragazza fa leva solo sulle proprie forze, affrontando sfide che neanche il semidio Maui – un omone grande e grosso e suo compagno di viaggio – sembra intenzionato a sostenere. Vaiana, di fronte a lui, non si vergogna della propria ignoranza, ma chiede e pretende istruzioni e insegnamenti, gli stessi che, senza esitazioni, trasmetterà agli altri. Sarà lei, giovane creatura dagli enormi occhi nocciola, a portare a termine il difficile compito che ha deciso di svolgere, lei a rompere una rigida tradizione vecchia di secoli e sempre lei a far dono di una ventata di freschezza e di coraggio al suo popolo.

A tutto ciò si aggiunge il messaggio ambientalista insito nel film, quel monito a non pretendere dalla natura più di quello che può dare, trasformandola solo per soddisfare i desideri dell’uomo: prima o poi, verrà presentato il conto.

Oceania ha tutte le carte in regola per essere un altro grande successo di casa Disney: realizzato in una splendida computer grafica (che rende più vivi che mai il bruno dei capelli di Vaiana, l’azzurro cristallino dell’oceano e i raggi luminosi del sole) e accompagnato dalla coinvolgente colonna sonora di Mark Mancina (tra cui spicca il singolo How Far I’ll Go, Oltre l’orizzonte nella versione italiana), il film racconta una storia che va esattamente come ti aspetti, esattamente come deve andare. Non è infatti l’originalità a guidare la pellicola, che segue un percorso prevedibile e già definito dai precedenti lavori Disney. C’è un evidente desiderio di premere l’accelerazione sugli intenti pedagogici e su messaggi da politically correct: elementi però che non turberanno la visione da parte dei più piccoli e che, grazie al coinvolgimento nell’universo di Vaiana, possono essere facilmente perdonati dai più grandi.

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