Split: recensione

L’ULTIMO THRILLER PSICOLOGICO DI M. NIGHT SHYAMALAN, SPLIT, RACCONTA LA STORIA DI UN UOMO CON OLTRE 23 PERSONALITÀ

splitGENERE: thriller, horror

DURATA: 116 minuti

USCITA IN SALA: 26 gennaio 2017

VOTO: 4 su 5

Oltre 23 personalità abitano e si alternano nel corpo di Kevin (James McAvoy) nell’ultimo film di M. Night Shyamalan, Split. Kevin è letteralmente “diviso” tra queste personalità e ne parla, attraverso Barry (una delle sue identità), alla sua anziana ed esperta psichiatra e psicoterapeuta Karen Fletcher (Betty Buckley). Karen cerca di aiutarlo con il percorso terapeutico a stabilizzarsi su una delle sue 23 personalità, ignorando però la “Bestia”, una personalità misteriosa, cattiva e potente che aleggia nell’oblio della mente di Kevin e alla quale Karen non crede in quanto non si è (ancora) mai manifestata.

Lo stesso Shyamalan ha spiegato in un incontro con il pubblico che esistono realmente persone come Kevin con tantissime personalità e che questo è spesso causato da abusi sessuali nei primi 5 anni di vita quando il cervello è in fase di sviluppo e non ha ancora una struttura ben definita. Un trauma così grande in età infantile può generare un disturbo dissociativo dell’identità definito anche “personalità multipla”. Split dunque come “diviso” tra più personalità tra di esse “dissociate”.

Come spiega nel film la dottoressa Karen in una videoconferenza proprio sul fenomeno della personalità multipla, le persone affette da questo disturbo presentano molte differenze tra di loro, ad esempio ci può essere una personalità con una forza fisica molto superiore alle altre. Tra le personalità di Kevin vi è infatti un bambino di 9 anni, la proprietaria di casa, lo stilista effemminato di nome Barry, ovvero colui che è in cura dalla psichiatra, e tante altre.

Com’è consuetudine negli horror/thriller tra lo psicologico e il soprannaturale, il protagonista psicopatico rapisce e rinchiude tre ragazze in una stanza di quello che appare un bunker in cui egli vive. Questo accade poco dopo l’inizio del film che presenterà da subito quest’ambientazione principale, il bunker sotterraneo, labirintico e logoro, che è il correlativo della psiche del protagonista, perso e disorientato nell’oscurità delle sue personalità. La sensazione è quella di un thriller claustrofobico in cui momenti grotteschi coesistono con una buona dose di suspense che aumenta via via che la pellicola avanza.

Ancora una volta il regista affronta il tema della “diversità” come emarginazione sotto le diverse sfaccettature del protagonista interpretato da un ottimo e “schizofrenico” James McAvoy e dalla ragazza Casey (Anya Taylor-Joy) da lui rapita. M. Night Shyamalan con Split conferma dunque la sua forte presenza autoriale espressa attraverso un certo cinema di genere.

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