BRAZIL DEL 1985: UN’OPERA FANTASTICA DIRETTA DA TERRY GILLIAM, EX MONTHY PYTHON
“Be safe be suspicius, suspicius breeds confidence, don’t suspect a friend, REPORT HIM”.
Brazil è un film del 1985 , terza fatica del regista britannico ex Monthy Python, Terry Gilliam. L’opera è la seconda della trilogia dell’immaginazione e si colloca tra I Banditi del tempo del 1981 e Il Barone di Munchausen del 1988 .
Il film è ambientato in un mondo futuro, distopico, in cui la tecnologia regna sovrana e tutti sono costantemente ed efficacemente sempre sotto controllo. Il protagonista Sam Lowry ,interpretato dal brevissimo Jonathan price, è parte di tale sistema di controllo in quanto dipendente del ministero dell’informazione. Il nostro “antieroe” Sam però è qualcosa di più di un semplice burocrate è infatti un sognatore romantico,che riuscirà forse ad evadere dalla sua stagnante realtà attraverso il sogno di un amore o fallirà miseramente?
I motori del film e quindi dell’evoluzione del personaggio di Sam sono due: il terrorista Harry Tuttle (interpretato magistralmente da Robert De Niro) che “risveglia” dal torpore il nostro protagonista e Jill Layton , una bellissima ragazza di cui il nostro eroe si infatua perdutamente.
Il sogno è un elemento centrale del film, sogno come illusione e come fuga dalla realtà, sogno come speranza e forse addirittura sogno come unica via per riuscire a vivere in questo mondo cosi vuoto e “asettico”.
Brazil è in poche parole un inconsueta storia fantastica in cui si incontrano la commedia e il cinema di genere distopico la cui commistione genera una creatura bizzarra quanto affascinante e accattivante.
In conclusione una curiosità: la “leggenda” vuole che un giorno piovoso degli anni 80 Gilliam vide in una spiaggia una scena singolare, un uomo apparentemente non interessato ne disturbata dalla pioggia guardare il mare e ascoltare una canzone uscire dal suo stereo. La canzone era Aquarella do Brazil da cui la scelta del titolo del film che fino a quel giorno si sarebbe dovuto chiamare 1984 e mezzo con doppio omaggio a Orwell e a Fellini.