CINQUANTA SFUMATURE DI NERO: LA RECENSIONE DEL SECONDO CAPITOLO DELLA TRILOGIA TRATTA DAI BESTSELLER DI E. L. JAMES
GENERE: drammatico/romantico
DURATA: 118 minuti
USCITA IN SALA: 9 febbraio 2017
VOTO: 1,5 su 5
Quando un addolorato Christian Grey cerca di persuadere una cauta Anastasia Steele a tornare nella sua vita, lei esige un nuovo accordo in cambio di un’altra possibilità. I due iniziano così a ricostruire un rapporto basato sulla fiducia e a trovare un equilibrio, ma alcune figure misteriose provenienti dal passato di Christian accerchiano la coppia, decise ad annientare le loro speranze di un futuro insieme. Questa la trama di Cinquanta sfumature di nero, il film diretto da James Foley, interpretato da Dakota Johnson e Jamie Dornan e tratto dai bestseller della scrittrice inglese E. L. James.
Ci aspettavamo di meglio da uno dei film più attesi del 2017 e invece Cinquanta sfumature di nero ha deluso anche più dell’originale. La pellicola, secondo capitolo della trilogia di Cinquanta sfumature di grigio, è pervasa da una verve umoristica che non dovrebbe avere nulla a che vedere con un film di genere romantico/drammatico, soprattutto se pensiamo che la storia dei romanzi si focalizza sul rapporto controverso tra i due protagonisti. Il film si basa su una sceneggiatura povera di idee e ricca di luoghi comuni e di banalità che potevano essere evitate. Lo spettatore assiste a scene imbarazzanti per lui e per gli stessi attori, dove non si capisce con quale logica e per quale assurdo motivo siano state inserite nel film.
Sono situazioni che provocheranno non poche risate nel pubblico in sala, ma anche sgomento per la connotazione surreale che la storia assume nel corso del film. Anche i due interpreti principali non sono convincenti: mancano di quell’empatia che in un progetto basato su una relazione amorosa non dovrebbe mai mancare. Lo spettatore non riesce ad immedesimarsi in nessuno dei due personaggi in quanto la loro interpretazione sottolinea un certo distacco tra i due, i quali non potrebbero essere più distanti l’uno dall’altra. Eppure, visto i presupposti, poteva essere una buona occasione per Dakota Johnson e Jamie Dornan di dimostrare le loro capacità recitative.
Per quanto riguarda le scene di sesso, se ne vedono davvero poche e, soprattutto, non viene mai mostrato più di quello a cui siamo abituati. Che il regista abbia avuto paura di spingersi troppo oltre? Sta di fatto che il risultato finale non vale la candela, ma la colonna sonora è a dir poco movimentata e coinvolgente, anche se non adatta all’andamento lento che caratterizza l’intero film. La storia tra i due non sarà tutta rosa e fiori: si assisterà a momenti drammatici che, a causa delle scelte di regia e della prova d’attore dei protagonisti, sembrano più una parodia di un film del genere sopracitato. Si denota, inoltre, un cambiamento nel modo di pensare e agire di Christian Grey, che però non migliora il risultato finale. Prevedibile e insensato agli occhi dei più, Cinquanta sfumature di nero è quello che si chiama ‘fare cattivo cinema’.