I corti d’animazione degli Oscar 2017

SCOPRIAMO INSIEME LA CINQUINA DEI FILM CANDIDATI AGLI OSCAR 2017 NELLA CATEGORIA MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE

bear storyL’anno scorso, a sorpresa, sbaragliava la concorrenza aggiudicandosi il premio Oscar come Miglior cortometraggio d’animazione Bear story, il corto cileno diretto da Gabriel Osorio, che racconta di un vecchio orso e il suo diorama in cui mostra la vita di un orso da circo e del suo desiderio di ritrovare la libertà.

Quest’anno nella cinquina dei corti candidati nella categoria d’animazione non manca il prodotto Disney Pixar, ma ci sono anche lavori dalle tecniche interessanti, dalle storie emozionanti e persino un ibrido road movie-videoclip.

Conosciamoli nel dettaglio, prima di scoprire chi trionferà nella notte degli Academy, che si terrà il prossimo 26 febbraio:

Blind Vaysha è un corto animato francese in 3D di Theodore Ushev, basato su una storia di Georgi Gospodinov. Racconta di una ragazza che riesce a vedere il passato da un occhio sinistro e il futuro dall’altro, ma non il presente, ed è per questo soprannominata Blind Vaysha. Il film è caratterizzato da uno stile molto pittorico, e non a caso sono stati realizzati diversi quadri e migliaia di disegni dal regista stesso. La voce narrante è dell‘attrice Caroline Dhavernas, la musica è del compositore bulgaro Kottarashky. Per Ushev è la prima candidatura.

Pearl è la grande novità tecnica di questa edizione, essendo il primo corto mai candidato girato in VR. Un po’ road movie, un po’ videoclip, si concentra sulla vita di un padre, un musicista single, e di sua figlia Sara, unici componenti di una famiglia che abita in un automobile. Proprio in questo abitacolo li vediamo passare le loro giornate, viaggiare, divertirsi ed emozionarsi, ma soprattutto cambiare crescendo. Il regista di Pearl è Patrick Osborne, un nome già noto agli Academy, nonché già vincitore nel 2015 con il cortometraggio Feast (prodotto dalla Walt Disney). Il film, prodotto da Google, è già fruibile su Youtube con la possibilità di vederlo dal proprio schermo a 360 gradi.

Borrowed Time è un lavoro animato indipendente di Andrew Coats e Lou Hamou-Lhadj. Ambientato nel vecchio west, racconta del ritorno di uno sceriffo sul luogo dove tempo prima si è verificato un incidente che gli ha cambiato per sempre la vita. Il corto è di due artisti Pixar, e nasce proprio in seno alla rinomata casa che ha però concesso al corto una veste indipendente. Per loro è la prima candidatura.

Diretto dal canadese Robert Valley è invece Pear Cider and Cigarettes. Questo corto drammatico narra di due amici, Techno Stypes e Robert, e di come il secondo cerchi di salvare il suo amico autodistruttivo e riportarlo a casa. Lo stile grafico è ben riconoscibile, essendo il regista la mano dietro ai videoclip dei Gorillaz (e lo stesso ha realizzato un graphic novel su questa storia prima di lavorare al cortometraggio). Alla sua prima candidatura agli Oscar, Valley realizza un lavoro autobiografico, ispirato al suo tentativo di salvare la vita ad un suo amico d’infanzia.

Infine un corto di cui si è molto sentito parlare da un anno a questa parte, nonché proiettato in apertura al film Alla ricerca di Dory: Piper. Il corto, della durata di sei minuti, è prodotto da Marc Sondheimer e diretto da Alan Barillaro, che ha collaborato come animatore alla realizzazione di numerosi film Pixar degli ultimi 20 anni (A bug’s life, Alla ricerca di Nemo, Wall-E, Ribelle): racconta dell’omonimo uccellino scolopacide, una specie di uccelli acquatici (sandpiper, le beccaccine), che si allontana dal nido alla ricerca di cibo, ma è tremendamente impaurito dall’acqua. Difficile destino per lui, che dovrà affrontare la sua idrofobia, aiutato da un genitore e da un piccolo granchio. Una storia sul superamento delle proprie paure e su come acquisire fiducia in sé stessi sembra la carta vincente per fare di Piper un nuovo piccolo eroe Pixar.

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