The Meddler, il secondo lavoro di Lorene Scafaria

Susan Sarandon Rose Byrne The Meddler

CON THE MEDDLER LORENE SCAFARIA TORNA DIETRO LA MACCHINA DA PRESA E COSTRUISCE UN FILM PER TUTTI QUELLI CHE DEVONO RICOMINCIARE

The Meddler_locandinaDopo il debutto alla regia con il film Cercasi amore per la fine del mondo, Lorene Scafaria si cimenta nel 2015 con The Meddler, un progetto nato dalle proprie esperienze.
La storia racconta la vedovanza di una sessantenne, Marnie Minervini, che si trasferisce dal New Jersey a Los Angeles per stare più vicina alla figlia.

Marnie Minervini, interpretata da una splendida e sempre sorridente Susan Sarandon, è una donna ottimista. Era una moglie e ora è solo una madre che si ritrova a dover imparare a vivere senza la propria metà.
Il marito le ha lasciato un sostanzioso conto in banca, quindi compra casa dall’altra parte dello Stato, un Iphone e quando va al cinema, rigorosamente film d’azione, può permettersi di comprare tre biglietti: per suo marito, per sua mamma e per sé.

Non si deve preoccupare delle sue finanze, non ha nessun pensiero e quindi riversa tutta la sua attenzione e il suo amore sulla figlia Lori (Rose Byrne). Quando questa, esasperata dalle continue chiamate e dalle visite inaspettate, le chiede dello spazio, Marnie decide di spendere la sua attenzione e il suo tempo con altre persone. E così inizia ad accompagnare il ragazzo che lavora all’Apple Store alla scuola serale, a far da baby sitter alla figlia di una delle amiche di Lori, a fare volontariato in ospedale.
Ma anche se “sorride mostrando i denti”, Marnie non ha ancora superato la perdita del marito.

Susan Sarandon_The MeddlerThe Meddler, nonostante sia frutto di una storia personale, riesce a prendere tratti universali. E se potrebbe sembrare una storia alla Perché te lo dice mamma (film del 2007 con Diane Keaton e Mandy Moore), il rapporto madre e figlia è solo la punta dell’iceberg, è il dito dietro il quale Marnie nasconde il suo dolore e il proprio lutto.
Marnie Minervini è una donna buffa, è una mamma vista con gli occhi di una figlia e quindi certe volte con comportamenti imbarazzanti.

Come è giusto che sia, il film presenta comportamenti e fatti enfatizzati, pare strano che una sessantenne riesca a stare fuori tutta la notte, tra scorpacciate di gelato e brätzel, giri in moto con l’affascinante poliziotto in pensione (J.K. Simmons) e annessa visita alle galline di quest’ultimo.
Ma non è questo lo story telling? La capacità di trasformare una storia vera e personale in una fiaba dove un po’ tutti si possono riconoscere e che riesce a toccare, piano piano, le diverse corde emotive del pubblico?

Lorene Scafaria ce la fa, scrive e dirige un’ode al ricominciare. The Meddler sembra dire che è giusto affrontare il dolore come meglio si ritiene per poi avere il coraggio di andare avanti. Di prendere una strada nuova e sconosciuta, ma che sicuramente da qualche parte porta.

Dopo la morte di mio padre, mia madre ed io soffrivamo il lutto in maniera molto differente, era difficile trovare un punto in comune. Ma guardando come riusciva a gestire il suo dolore, in una maniera così ottimista, ho realizzato che volevo raccontare la sua storia. E volevo essere onesta al riguardo: quanto sola fosse stata, quanto io potessi esser stata meschina, quanto lei potesse esser stata fastidiosa, ma anche quanto generosa e incredibilmente coraggiosa fosse stata per aver fatto quella profonda trasformazione.
Quindi The Meddler è la sua storia, ma con un pizzico in più di avventura, di problemi e di divertimento, e perfino con un interesse amoroso con i baffi.

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