Il diritto di contare: recensione

TRE BRILLANTI DONNE AFROAMERICANE DIETRO AD UNA DELLE PIU’ GRANDI OPERAZIONI MAI GESTITE DALLA NASA: IL DIRITTO DI CONTARE

IL DIRITTO DI CONTARE LOCANDINAGENERE: drammatico

DURATA:

USCITA IN SALA:

VOTO: 4,5 su 5

L’incredibile storia mai raccontata di Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre brillanti donne afroamericane che alla NASA lavorarono ad una delle più grandi operazioni della storia: la spedizione in orbita dell’astronauta John Glenn, un obbiettivo importante che non solo riportò fiducia nella nazione, ma che ribaltò la Corsa allo Spazio, galvanizzando il mondo intero.

Le tre pioniere – superando ogni forma di barriera – sono state un modello d’ispirazione per generazioni. Questa la trama de Il diritto di contare di Theodore Melfi, candidato agli Oscar 2017 come Miglior film e con interpreti principali Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons e il premio Oscar come Miglior attore non protagonista per Moonlight Mahershala Ali.

Diretto da Theodore Melfi, Il diritto di contare è un film di stampo retorico che si concentra in particolare sul tema della discriminazione nei confronti delle donne di colore. Alla base di tutto c’è la determinazione di queste tre donne – interpretate da Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe – le quali sono intente a dimostrare il loro reale valore, senza lasciarsi condizionare dall’ignoranza della gente e dalle convinzioni che al tempo caratterizzavano la società americana.

Il tema di fondo è ancora molto attuale: Il problema del razzismo (di ogni genere) non ha mai avuto una fine ed è presente in tutto il mondo ancora oggi. Il diritto di contare mette in luce anche alcuni aspetti positivi della storia, ricordandoci che il colore della pelle e le differenze sono solo piccoli dettagli che non dovrebbero mai influenzare la vita delle persone e che non tutti gli uomini sono uguali. Quest’ultimo concetto lascia spazio alla speranza che prima o poi qualcosa possa cambiare definitivamente.

Altro messaggio che potrebbe sembrare banale, ma che può essere considerato un tema universale, è che per raggiungere un obiettivo importante è necessario fare dei sacrifici come rinunciare a qualcosa che ami. Inoltre Theodore Melfi sottolinea quanto sia importante la matematica nella vita quotidiana di ogni persona e che anche una semplice impiegata potrebbe diventare qualcuno di importante e segnare un pezzo di storia.

Il film si basa su una sceneggiatura solida, ricca di definizioni che potrebbero sorprendere chi di matematica ne capisce poco e di battute dirette che spesso inducono il pubblico a compiere una profonda riflessione e a capire meglio quale fosse la condizione delle donne di colore dell’epoca. La regista, grazie anche all’uso di inquadrature in primo piano volte a cogliere anche il più piccolo dettaglio, è riuscita a dare il giusto peso ad ogni dialogo e ogni espressione.

Contribuiscono alla riuscita del film un ritmo serrato, una colonna sonora perfetta (anche in relazione al periodo storico) e la capacità della Melfi di alternare sapientemente scene pervase di umorismo (spesso sottile ma efficace) a scene più forti a livello emotivo. Inutile sottolineare che a farla da padrone ne Il diritto di contare è l’ottima interpretazione di Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe, che sono state in grado di rendere i loro personaggi empatici agli occhi dello spettatore.

 

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