La Bella e la Bestia: recensione

IL CLASSICO DISNEY TORNA AL CINEMA IN VERSIONE LIVE ACTION: LA BELLA E LA BESTIA IN CARNE ED OSSA PRONTI A FAR RIVIVERE LA MAGIA!

la bella e la bestiaGENERE: fantastico

DURATA: 129 minuti

DATA DI USCITA: 16 marzo 2017

VOTO: 3,5 su 5

Direttamente dal 1991, la storia della bella ragazza di un villaggio francese che per salvare il padre viene fatta prigioniera da una bestia nel suo castello, torna sul grande schermo con personaggi in carne ed ossa. Infatti, la vincente politica Disney di trasformare i grandi classici animati in live action è arrivata a colpire anche La Bella e la Bestia. Un’impresa, quella di queste “mutazioni”, che ha avuto negli anni alti e bassi, giungendo al culmine della vetta con il riuscitissimo Il libro della giungla diretto da Jon Favreau.

La storia de La Bella e la Bestia non ha certo bisogno di presentazioni, e rimane pressoché invariata anche in questa versione diretta da Bill Condon. Infatti alcune scene sono riprese letteralmente dal cartone, sia per quanto riguarda le battute che per i gesti dei personaggi e in alcuni casi addirittura i movimenti di macchina. Ad allontanare a tratti da questo effetto clone, in alcuni momenti strabiliante (la trasformazione finale del principe è identica a quella del cartoon), ci sono ben poche scelte.

La prima è quella di arricchire la caratterizzazione di alcuni personaggi. La stessa Belle, seppur sempre indipendente e decisa, appare qui ancor più forte, se non femminista, come alcuni l’hanno considerata. Il personaggio non si limita infatti ad “educarsi”, ma ad educare: da grande lettrice insegna, contro il volere del villaggio, a leggere alle altre bambine, con le conseguenze che ne derivano: essere considerata stramba e diversa. Inoltre è un’inventrice, a differenza del padre Maurice che qui appare più come un’artista. Un’emancipazione che notiamo anche nell’abbigliamento: ci piace che Belle vada in giro con parte della gonna alzata, senza timore di far vedere le gambe e parte dell’ingombrante biancheria intima; è una donna con i pantaloni, anche se sono braghettoni.

A stupire ancor di più è però la decisione, la cui notizia è già circolata giorni fa, di far “uscire allo scoperto” LeTont, che con questo film verrà ricordato come il primo personaggio gay Disney mai apparso sul grande schermo. Lo vediamo ammiccare e accarezzare Gaston, da cui è palesemente attratto e succube, e a differenza della versione del 1991, alla fine trova il riscatto: capisce chi è il vero malvagio, passa dalla parte dei buoni e sembra anche trovare l’amore.

Altra novità che a molti, soprattutto grandi, piacerà, è che vengono date spiegazioni sul passato dei protagonisti, su cui molti di noi si sono negli anni interrogati: come è stata la loro infanzia? Come hanno perso i genitori? E ancora, chi sono gli abitanti maledetti del castello e cosa hanno lasciato della loro vita precedente? Tutto ciò contribuisce a rendere la storia più matura. Inoltre viene dato più risalto alla figura della maga da cui tutto ha avuto inizio: a differenza del cartone la sequenza iniziale è un racconto “dal vivo”, non attraverso le colorate vetrate del castello; la vediamo lanciare il sortilegio e tornare nel film più volte, silenziosamente, come fosse un guardiano di queste vite.

Nota di merito agli attori: il cast principale composto dalla perfetta Emma Watson, dal machissimo Luke Evans e dal simpaticissimo Josh Gad (una coppia incredibile) è perfetto, un po’ meno “la bestia” Dan Stevens, al quale tra l’altro sono stati riservati gli outfit e il trucco e parrucco più imbarazzanti (nelle scene da uomo). Un applauso anche al ritrovato Kevin Klein e agli oggetti animati del castello interpretati da Ian McKellen, Ewan McGregor, Stanley Tucci ed Emma Thompson. Proprio riguardo questi ultimi, è da sottolineare il buon lavoro in CGI, ben visibile per esempio nella scena della cena al castello (Stia con noi), ma che non eguaglia la perfezione e i livelli qualitativi de Il libro della giungla. Riesce comunque a fondere perfettamente questi personaggi nella realtà circostante.

Eppure, al di là dell’impatto visivo, che c’è ed è notevole grazie anche alle scenografie ariose e molto curate, così come la regia, soprattutto nelle ricche scene di gruppo, c’è qualcosa di cui la versione italiana risente fortemente, ed è il doppiaggio delle canzoni. Infatti, la necessità di adattare i testi al labiale ha costretto in molti casi a cambiare quelle canzoni che sono entrate nella storia e che hanno reso grande il film d’animazione, fino a condurlo alla vittoria agli Oscar. Un cambiamento che molti nostalgici non apprezzeranno e che a tratti rende effettivamente ridicole alcune scene (l’iniziale sequenza cantata nel villaggio), come anche la decisione di introdurre delle nuove tracce che stonano nel contesto (l’assolo della Bestia). Ritorna, nei titoli di coda, la voce di Celine Dion, che lascia la famosa Beauty and the Beast alla coppia Ariana Grande/John Legend per dedicarsi a un nuovo testo: ritrovarla è una bella novità, ma è spaesante non trovare la storica canzone dopo la parola fine.

Insomma, nonostante alcuni scivoloni canori, è come se La Bella e la Bestia del 1991 prendesse veramente vita nella realtà, un po’ grazie alla quasi perfetta aderenza all’originale, un po’ per le perfette interpretazioni del cast stellare: un mix che, se anche troverà l’opposizione dei più accaniti nostalgici, non mancherà di far emozionare la nostra generazione e di far innamorare la nuova.

 

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