SNACK SI GIRA! VI PORTA ALLA SCOPERTA DEL PIATTO DELLA TRADIZIONE CAMPANA, MOLTO APPREZZATO DA JEP GAMBARDELLA
Si sono svolti solo qualche giorno fa le premiazioni degli Oscar 2017 ma l’Italia quest’anno non aveva nessun film in nomination. Nel 2014, però, fu un film italiano a trionfare come Miglior Film Straniero. Stiamo parlando de La grande bellezza di Paolo Sorrentino che conquistò l’ambita statuetta e riportando l’Italia alla vittoria dopo ben 15 anni.
La grande bellezza ha per protagonista Jep Gambardella (Toni Servillo) giornalista di costume, critico teatrale, opinionista tuttologo.
Scrittore di un solo libro giovanile, “L’apparato umano“, Jep compie sessantacinque anni e organizza una festa, a cui partecipano amici e conoscenti con cui ama trascorrere infinite serate sul bordo del suo terrazzo con vista sul Colosseo. Nonostante gli apprezzamenti ricevuti per il suo primo e unico libro, Jep non ne ha più scritti, a causa di un blocco creativo dal quale non riesce a uscire. Con il tempo, lo scopo della sua esistenza diventa quello di trasformarsi nel “re dei mondani”. Partecipa ogni notte a feste con amici annoiati, circondato da numerosi personaggi e compagni di sventure. C’è Romano, uno scrittore mai realizzato; Lello, ricco venditore di giocattoli e marito infedele; Viola, borghese e madre di un figlio con gravi problemi psichi che lo porteranno al suicidio; Dadina, la direttrice nana del giornale sul quale Jep scrive.
Una mattina, tornando da uno di questi salotti, Jep incontra il marito di Elisa, il suo primo e unico amore. L’uomo gli annuncia la morte di Elisa e gli consegna un diario in cui la donna narrava dell’amore mai perduto verso Jep. Questo episodio e il compimento del suo 65esimo compleanno, spingono Jep a una profonda e malinconica rivisitazione della sua vita.
Tutto il film, sul cui sfondo si scaglia “la bellezza di Roma”, è pervaso da una ricerca spasmodica della grande bellezza della vita che non sempre si riesce a trovare. Una grande bellezza che dovrebbo ricercare dentro noi stessi, nell’intimità dei nostri sentimenti e delle radici di ogni individuo.
Nella ricerca esistenziale acquisisce una certa rilevanza anche il cibo. Ne La grande bellezza, infatti, sono diversi i piatti che si fanno notare e le scene caratterizzate dalla presenza simbolica del cibo.
Per citarne alcune, ricordiamo il minestrone che si mangia dopo i bagordi dei festini, come simbolo purificativo; la ricetta del coniglio alla ligure decantata come un salmo dal cardinale; il piatto che in centoquattro anni di vita consuma ogni giorno Suor Maria, ossia 40 gr di radici, perchè come lei stesa dice”le radici sono importanti”.
E poi c’è la buona “pizza di scarola” che ha preparato Ahè, la “farabutta” domestica, che forse tra i tanti, è l’unica a comprendere davvero l’animo di Jep. La governante segue la ricetta della mamma di Gambardella per realizzare la pizza.
Snack si gira! in questo clima di Oscar e cinema vi propone, dunque, la ricetta napoletana della famosa pizza di scarola, in stile La grande bellezza.
Pizza di scarola
INGREDIENTI
500 g di farina tipo 1 per pizza e focaccia
270 ml di acqua
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
8 g di sale
1 cucchiaino raso di zucchero
12 g di lievito di birra
Per il Ripieno
2 cespi grandi di scarola liscia circa 1 Kg 500g
5 cucchiai di olio extra vergine di oliva
180 g olive nere di Gaeta più un pugno di quelle verdi
1 cucchiaio di capperi
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di pinoli tostati (15 g)
1 cucchiaio uva sultanina
peperoncino (facoltativo)
sale
PREPARAZIONE
1.In una capiente ciotola o nella planetaria disponete la farina a fontana, il lievito sbriciolato, l’olio e l’acqua a temperatura ambiente o appena tiepida. Impastate per 1 minuto e aggiungete il sale, continuate ad impastare a lungo con gancio ad uncino se usate la planetaria o trasferendo l’impasto su una spianatoia se impastate a mano.
2. Lavorate fino ad ottenere un panetto omogeneo ed elastico. Rimettete l’impasto nella ciotola leggermente oliata, coprite bene con pellicola alimentare e fate lievitare nel forno spento con luce accesa. L’impasto deve triplicare, i tempi variano secondo quanto lievito mettete e dalla temperatura esterna (dalle 2 alle 4 ore)
3. Intanto preparate la scarola. Pulite la scarola eliminando le foglie esterne più dure, lavatela, asciugatela bene. In una padella capiente fate soffriggere leggermente l’olio con l’aglio in camicia. Aggiungete le olive denocciolate, capperi sciacquati, pinoli, e l’uvetta e fate insaporire per 1 minuto. Eliminate l’aglio ed unite la scarola, fatela appassire e portate a cottura, aggiustate di sale, togliete dal fuoco e fate raffreddare.
4. Oliate o imburrate una teglia 30×22 cm. Stendete l’impasto in 2 rettangoli sottili circa 5 mm, uno più grande ed uno leggermente più piccolo. Mettete l’impasto più grande sulla base, farcite con la scarola.
5. Coprite con l’altro impasto, piegate i bordi verso l’interno sigillando bene con i rebbi di una forchetta e bucherellate la superfecie. Fate lievitare per 1 ora coperta con pellicola in un luogo lontano da correnti d’aria. Spennellate con poco olio e fate cuocere in forno preriscaldato a 200° (statico) per circa 30-35 minuti fino a quando è bella dorata e cotta. Sformate coprire con un panno di cotone, fate riposare 15 minuti e poi servite. È ottima anche fredda.