LA RECENSIONE DE LA VENDETTA DI UN UOMO TRANQUILLO, UN FILM INCENTRATO SUL DOLORE PER LA PERDITA DI UNA PERSONA CARA
GENERE: Thriller
DURATA: 92 minuti
USCITA IN SALA: 30 marzo 2017
VOTO: 3 su 5
Antonio de la Torre, Luis Callejo, Alicia Rubio e Manolo Solo sono i protagonisti de La vendetta di un uomo tranquillo di Raúl Arévalo, un film incentrato sul dolore e sul bisogno dell’uomo di fare giustizia, anche a distanza di diversi anni. Ambientata nell’agosto del 2007 a Madrid, la pellicola vede protagonista Curro. Quest’ultimo è stato l’unico ad essere arrestato per la rapina in una gioielleria. Otto anni dopo, la sua ragazza Ana e suo figlio aspettano che lui esca di prigione. José è un uomo solitario e riservato che sembra sempre un pesce fuor d’acqua.
Una mattina va a prendere un caffè al bar dove lavorano Ana e suo fratello. Quell’inverno la vita di José si intreccerà con quella degli altri clienti del bar, che lo accolgono come fosse uno di loro. È il caso soprattutto di Ana, che vede nel nuovo arrivato una via di fuga dalla sua vita difficile. Scontata la pena, Curro esce di prigione con la speranza di cominciare una nuova vita con Ana, ma tutto è cambiato in pochissimo tempo e ben presto José metterà in atto la sua tremenda vendetta.
A deludere della pellicola di Raúl Arévalo non è certo l’interpretazione degli attori coinvolti, capaci di regalare emozioni grazie alla semplice forza espressiva, ma il ritmo che inizialmente si presenta troppo lento per un thriller, rendendo così La vendetta di un uomo tranquillo pesante da sostenere per tutta la sua durata. Per quanto riguarda l’ambientazione, dato gli innumerevoli luoghi in cui si svolge la storia, sarebbe stato interessante approfondire il legame tra il personaggio principale, Curro, e gli spazi di cui stiamo parlando in modo da capire qualcosa di più anche del suo passato.
La pellicola è divisa in capitoli: si inizia dall’uscita di Curro dalla prigione e si finisce con il scoprire i motivi di tale vendetta da parte di José. Questo aspetto permette al pubblico di capire fin da subito il ruolo delle figure presentate. Ciò che manca è senza dubbio la spiegazione del perchè di tale comportamento da parte di José: di cosa vuole vendicarsi? Cosa c’entra Curro? Cosa dobbiamo aspettarci? Sicuramente nulla di sdolcinato e amorevole, ma una vendetta violenta e cruda, in grado di far emergere il profondo dolore che quest’ultimo vive da anni, dovuto a una tragica esperienza passata.
La sceneggiatura solida e i dialoghi brevi ma intensi e diretti contribuiscono alla riuscita del film, che in qualche scena però pecca di prevedibilità. Non mancano però colpi di scena e momenti decisamente forti, carichi di una tensione tale da permettere alla pellicola di lasciarsi seguire, soprattutto negli ultimi quaranta minuti circa di proiezione. È proprio vero, tra l’altro, che i gesti più terrificanti spesso si fanno nel momento in cui si perde una persona cara e si è costretti ad andare avanti senza il proprio punto di riferimento.
Ad incarnare José è Antonio de la Torre, il quale ha dimostrato quanto le parole possano essere superflue e l’espressività fondamentale in determinate occasioni. Ciò sottolinea le grandi doti recitative dell’attore, che allo stesso tempo sembra incapace di giocare sul cambio di sguardi e mimica facciale. Per intenderci, se da una parte è vero che la sua espressione è in linea con il personaggio da lui interpretato, dall’altra ci accorgiamo che è la stessa per tutto il tempo. Avremmo voluto vedere, però, una maggiore caratterizzazione dei personaggi stessi e conoscere qualche dettaglio in più sulla loro vita, la quale non viene approfondita nel migliore dei modi.