VELOCE COME IL VENTO HA APERTO LA QUARTA EDIZIONE DI CINEMA ITALIA
Si è aperta nella Cinemateque di Tel Aviv la quarta edizione di Cinema Italia, la rassegna cinematografica dedicata al cinema italiano, che si è tenuta dal 3 al 9 aprile. Le proiezioni si sono svolte anche in altre città israeliane, quali Gerusalemme, Haifa, Holon, Rosh Pina e Sderot. Diretta da Ronny Fellus e Dany Muggia, il Festival è stato organizzato dalla collaborazione tra l’Istituto italiano di cultura di Tel Aviv, quello di Haifa, la società Adamas, l’Istituto Luce Cinecittà, il Comune di Tel Aviv, quello di Haifa e le Cinemateque di Israele con il patronato dell’Ambasciata italiana, guidata da Francesco Maria Talò.
Il festival Cinema Italia è composto da due parti, una dedicata al cinema contemporaneo con film usciti nel 2016, una seconda invece una retrospettiva del cinema classico italiano con 5 opere restaurate di Roberto Rossellini e Kaos dei fratelli Taviani per ricordare il 150/o anniversario della nascita del premio Nobel Luigi Pirandello. La rassegna è iniziata con la proiezione di Veloce Come il Vento, film con Stefano Accorsi, ma molte sono state le pellicole proposte: dall’acclamato Fuocoammare di Gianfranco Rosi, candidato al premio Oscar 2017 per Miglior Documentario, a Fai bei sogni di Marco Bellocchio, e da Pericle Nero con Riccardo Scamarcio, diretto da Stefano Mordini (presente al festival) a Le ultime cose di Irene Dionisio (presente anche lei).
E ancora: Fiore di Claudio Giovannesi, Indivisibili di Edoardo De Angelis, e il successo Quo Vado di Gennaro Nunziante. Per il cinema di retrospettiva, Rossellini con Roma Città aperta, Germania Anno Zero, e Stromboli, terra di Dio. Cinema Italia non è solo una rassegna cinematografica, ma è anche un’occasione di incontro tra registi, agenti e produttori italiani e distributori israeliani al fine di stringere nuove collaborazioni.
Grande entusiasmo da parte di Massimo Sarti, direttore dell’Istituto italiano di cultura a Tel Aviv, che ha così dichiarato in una nota: “La selezione dei film di quest’anno illustra l’inesauribile senso di autoironia dell’Italia anche quando si occupa delle conseguenze sociali ed umane di una crisi economica ancora non finita”.