LA RECENSIONE DEL SEASON FINALE DI HOMELAND 6
Oggi vi parliamo del season finale di Homeland 6 che vede protagonista indiscussa Carrie Mathison (Claire Danes), la quale cerca di proteggere ad ogni costo il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America Elizabeth Keane. Riuscirà a salvarle la vita? Cosa succederà nel momento in cui le cose prenderanno una piega inaspettata? Chi è il vero nemico?
Un season finale ricco di colpi di scena quello di Homeland 6, che ha mantenuto però un ritmo narrativo altalenante, lo stesso che ha caratterizzato tutta l’ultima stagione. Muovendosi tra le trame di complotto politico e momenti di pure azione filmica, l’ultimo episodio è riuscito a intrattenere il pubblico dall’inizio alla fine seguendo un delicato equilibrio.
Il merito è anche in gran parte da attribuire alla morte di un personaggio presente sin dalla prima stagione, che potrebbe spiazzare tutti i fan della serie (spoiler alert). Nonostante le esplosioni, i colpi d’arma da fuoco e gli inseguimenti dei primi minuti dell’episodio, è dal tragico momento della morte imprevista che il pubblico inizierà a sentirsi coinvolto anche a livello emotivo.
Nella finzione della narrazione dopo il decesso sanguinoso di Quinn, la protagonista Carrie Mathison appare distaccata e fredda: i suoi occhi gridano dolore, ma la sua espressione è quella di una donna che ha un compito da svolgere: proteggere il Presidente degli USA. Non può permettersi di lasciarsi andare alla totale disperazione. Eppure sul finale di sarà un momento rivelatore di tutta la sofferenza di Carrie, in lacrime per la morte dell’ex collega e amato attirerà empatia con il telespettatore.
A consolarla c’è il suo mentore Saul Berenson, interpretato da un ottimo Mandy Patinkin.
Credibile nelle vesti di un uomo che si è sempre preoccupato per lei, questa volta sarà il suo personaggio ad aver bisogno del sostegno di Carrie al termine del season finale di Homeland 6. Quest’ultima, però, si renderà conto di essersi fidata delle persone sbagliate e di essere rimasta l’unica a lottare per quello in cui crede (giustizia e verità in primis): una situazione che prima o poi tutti gli uomini si troveranno ad affrontare nella vita.