LA RECENSIONE DI THE CIRCLE CON EMMA WATSON E TOM HANKS: QUANDO IL CINEMA E L’INNOVAZIONE SI INCONTRANO
GENERE: drammatico
DURATA: 110 minuti
USCITA IN SALA: 27 aprile 2017
VOTO: 3 su 5
Tratto dall’omonimo romanzo di Dave Eggers del 2013, The Circle racconta quanto può influire sulla vita delle persone il controllo di ogni loro azione. Appena fa il suo ingresso nella più grande azienda di tecnologia e social media del mondo, la The Circle, Mae (Emma Watson) è incoraggiata dal Fondatore della società Eamon Bailey (Tom Hanks) a rinunciare alla propria privacy e a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta. Ma nessuno è veramente al sicuro quando tutti hanno la possibilità di guardare.
La pellicola di James Ponsoldt gode di un cast d’eccezione che però non è stato sfruttato nel modo giusto. Perché lasciare il trono a Emma Watson e relegare gli altri attori a ruoli secondari e privi di qualsiasi spessore? È questo che ci chiediamo dopo aver visto l’anteprima di The Circle, il film che comprende nel cast anche Tom Hanks, Karen Gillan, Bill Paxton e John Boyega. Tutti nomi di grande rispetto nel panorama cinematografico italiano e oltreoceano, eppure ognuno di loro compare in massimo cinque scene complessive nel corso dell’intero lungometraggio.
Questo aspetto però non può essere considerato un errore vero e proprio in quanto – ricordiamo – il film è liberamente tratto da un romanzo. Ciò non toglie che il regista avrebbe potuto prendersi qualche libertà in più e affidare loro un maggior numero di scene. Ma anche caratterizzare meglio la personalità dei personaggi coinvolti e approfondire aspetti della loro vita privata.
Il ritmo di The Circle non è eccessivamente lento e la pellicola si lascia seguire alla perfezione, merito anche dei buchi presenti nella sceneggiatura (è difficile capire se siano voluti o meno) che permettono allo spettatore di sorprendersi di fronte ai colpi di scena (piccoli ma significati e intriganti). Questo perché alcuni dialoghi vengono lasciati in sospeso, dando così largo spazio all’immaginazione del pubblico.
La forza del film sta soprattutto la presenza di dialoghi accurati e interessanti, perché non sono banali ma accattivanti, sono diretti e allo stesso tempo pieni di retorica, caratteristica di cui la pellicola è impregnata. Il film ci insegna che a lungo andare l’innovazione può avere conseguenze molto serie, soprattutto nel momento in cui lo spazio altrui non viene rispettato. Ed è così che accadono le tragedie, perché basta un niente per cambiare la vita di una persona.
Un altro punto di forza della pellicola, infatti, è proprio quello di riuscire ad unire sapientemente dramma, umorismo e spunti di riflessione. La capacità maggiore di James Ponsoldt sta nel riuscire a dosare bene tutti gli elementi che lo compongono e nel sapergli dare la giusta carica per mantenere l’attenzione del pubblico. Emma Watson non delude in veste di protagonista grazie alla forza espressiva che la caratterizza in ogni sua interpretazione e che la rende un’attrice a 360 gradi.
Inutile dire che Tom Hanks è riuscito nell’impresa di rendere il suo personaggio, il Fondatore della Società, più interessante di quanto si potesse immaginare, merito anche degli ottimi tempi di battuta dell’attore. Tutti gli altri interpreti – anche secondari – sono perfettamente in parte. Contribuisce alla riuscita del progetto una colonna sonora lenta ma accattivante, soprattutto nei momenti più drammatici.