LA RECENSIONE DEL PILOT DI GLOW, LA SERIE TV DI NETFLIX CHE VEDE PROTAGONISTI ASSOLUTI LE DONNE E IL LAVORO
È arrivata sul piccolo schermo la serie tv GLOW, prodotta da Netflix e ideata da Liz Flahive e Carly Mensch. Abbiamo visto il pilot del progetto che vede come protagonista Alison Brie e racconta di Ruth Wilder. Quest’ultima, un’attrice disoccupata nella Los Angeles degli Anni ’80, trova la sua ultima chance per entrare nello star-system: il mondo tutto glitter e fibra sintetica del wrestling femminile.
Oltre a lavorare con una dozzina di disadattate di Hollywood, Ruth deve affrontare Debbie Eagan, un’ex attrice di soap-opera che ha lasciato il lavoro per avere un bambino, per scoprire poi che la sua vita non era affatto perfetta come sembrava. A guidare Ruth e le altre in questo sorprendente nuovo capitolo delle loro vite è Sam Sylvia, un regista di B-movie senza futuro e decisamente stravagante nel modo di fare e pensare.
Innanzi tutto è bene dire che GLOW (acronimo di Gorgeous Ladies Of Wrestling) si ispira all’omonimo show televisivo lanciato nel 1986, realizzato in risposta al World Wrestling Federation degli uomini. Nel programma le atlete portavano acconciature voluminose e body fosforescenti mentre combattevano su un ring rosa. È proprio questo ciò che iniziamo ad intravedere nel pilot, dopo che la protagonista decide di presentarsi a un’audizione senza saper nulla di cosa dovrà fare in futuro.
Ciò che sorprende sin dall’inizio è la verve comica di cui la serie tv è piena. Battute originali, mai banali, che caricano lo spettatore a mille, suscitando in essi anche qualche sana risata. Merito soprattutto della naturalezza con cui si alternano le scene impregnate di umorismo e quelle più drammatiche, dovute alla mancanza di un lavoro che permetta a Ruth di pagarsi le bollette o semplicemente la cena. Si nota, inoltre, un certo equilibrio tra di esse.
La cosa che più affascina, però, è la capacità del pilot di GLOW di intrattenere senza mai annoiare, nonostante lanci qualche spunto di riflessione qua e là. Questo perché il tutto è avvolto da un alone di leggerezza che porta lo spettatore a godere di ogni singolo momento. Non manca poi una performance in stile musical, dove a farla da padrona è la lotta tra Ruth e una donna molto vicina a lei. Lei, Alison Brie, è perfettamente in parte. Credibile sin dall’inizio, quando la vediamo ‘recitare’ per un ruolo e capiamo che la bravura di un attore sta anche nel fingere di non saper interpretare un ruolo.
Ed è proprio in quell’istante che ci innamoriamo del suo personaggio, goffo ma pronto a tutto per ottenere ciò che vuole: un lavoro. Nel pilot della serie tv targata Netflix l’umorismo è presente anche durante le prove per entrare a far parte del cast di donne che si esibiranno – anche se è chiaro che dovranno darsele di santa ragione per davvero – nel programma di wrestling femminile: momenti talvolta imbarazzanti e ridicoli ma adatti al contesto e al genere televisivo, che sprigionano un senso di soddisfazione e allegria nello spettatore.