UNA COMMEDIA ROMANTICA SENZA PRETESE SUL MAGICO SFONDO DI FIRENZE
GENERE: commedia, romantico
DURATA: 97 minuti
USCITA AL CINEMA: n/a
VOTO: 2/5
Fin dai primi fotogrammi di Lost in Florence di Evan Oppenheimer risulta chiaro ciò che il film vuole essere: un tributo alle magnificenza di una città rinascimentale come Firenze coi suoi scorci, i suoi giardini e i panorami mozzafiato, dove la vicenda dei protagonisti spesso passa in secondo piano.
Eric Lombard (interpretato da Brett Dalton) è una ex stella del football del college, che, in seguito a un infortunio, ha dovuto mettere da parte la sua carriera e ha scelto proprio la città fiorentina per chiedere alla sua fidanzata Colleen (Emily Atack) di sposarlo.
Di fronte alla risposta negativa di quest’ultima, il ragazzo decide di restare un altro po’ di tempo a Firenze, dove la cugina Anna (Stana Katic) insegna italiano agli stranieri. Eric comincia a frequentate le sue lezioni, facendo amicizia con gli altri ragazzi e appassionandosi al calcio storico fiorentino.
Grazie alla sua esperienza nel football riesce a farsi ammettere in squadra, causando non pochi attriti, poiché i vecchi calcianti non sono entusiasti di avere un americano nel loro team. Ovviamente non appena inizieranno ad arrivare i primi successi, come nei consueti cliché sportivi, tutti saranno pronti a stringergli la mano (a cominciare dai commessi dei negozi, che ben volentieri gli impediranno di pagare i suoi conti, almeno finché continuerà a far vincere la quadra!).
Il ritrovato equilibrio che Eric sembra aver raggiunto verrà sconvolto dall’incontro con Stefania, una giovane ragazza fiorentina (Alessandra Mastronardi), che oltre a essere la fidanzata del capitano della squadra è anche la sorella di suo cognato.
Ed è proprio la storia d’amore fra i due giovani la parte meno convincente del film. La sceneggiatura è scarna e piena di luoghi comuni almeno quanto l’interpretazione degli attori è piatta e insipida. Le scene si susseguono l’un l’altra senza alcun nesso logico, spesso sembrando scollegate fra loro.
Tuttavia, la parte peggiore forse risulta la scelta alquanto discutibile di far parlare gli attori un po’ in italiano e un po’ in inglese, al che una battuta cominciata in una lingua finisce per terminare in un’altra, rendendo piuttosto fastidioso ascoltare i dialoghi.
Quando ciò non avviene agli attori è chiesto di diventare anche “interpreti” traducendo in italiano quanto appena pronunciato dal collega. Situazione ancora peggiore per il doppiaggio italiano, in cui in particolar modo le parti della Mastronardi risultano fuori sync.
Nel complesso Lost in Florence è una commedia senz’anima e senza pretese, buona soltanto per ammirare gli scorci e le statue di Firenze su cui la macchina da presa indugia spesso in maniera maniacale, quasi quanto fa sul corpo statuario del suo protagonista, chiamato in varie scene proprio “Ercole”.