IN ONDA SU RAI UNO LA DOCU-FICTION SUI 57 GIORNI TRASCORSI TRA LA STRAGE DI CAPACI E QUELLA DI VIA D’AMELIO
Mercoledì 19 luglio è andata in onda su Rai Uno Borsellino – adesso tocca a me, docu-fiction su quanto accaduto in via D’Amelio venticinque anni fa.
Tra ricostruzioni e testimonianze reali, la voce narrante che conduce i fatti è affidata ad Antonio Vullo, l’unico sopravvissuto alla strage del 19 luglio del 1992: “mi sono ritrovato all’inferno”, queste le parole che aprono il racconto.
E poi la fiction, con la regia di Francesco Miccichè, in cui Borsellino è abilmente interpretato da Cesare Bocci, che ripercorre i cinquantasette giorni trascorsi dopo la strage di Capaci, le cui vittime furono Giovanni Falcone assieme alla moglie e tutti gli uomini della sua scorta. Giorni di frenesia per il magistrato, giorni in cui Paolo Borsellino non mollò la presa neanche per un secondo nella sua ricerca dei mandanti della strage.
Dagli interrogatori con i pentiti alle scoperte della contaminazione mafiosa all’interno degli organi dello stato, viene raccontato con grande efficacia come vissero quei giorni Borsellino e la sua famiglia e cosa accadde in verità. Anche se la verità per intero non è ancora venuta alla luce, nascosta forse nell’agenda rossa scomparsa, compagna inseparabile del magistrato, ovviamente presente nella ricostruzione della fiction.
Ad alternare i fatti ripercorsi da Miccichè l’intervista al superstite uomo della scorta Vullo, ai fratelli Salvatore e Adele Borsellino, al presidente del Senato Pietro Grasso e quella solo audio di Agnese, la moglie. E poi i video del funerale di Falcone, delle ricostruzioni delle stragi fatte durante i processi.
Fino ad arrivare al 19 luglio, al giorno dell’esplosione della Fiat 126 in via D’Amelio e alla descrizione ricostruita di come andò e cosa avvenne dopo. La docu-fiction, infatti, non si ferma alla strage, ma arriva al primo grado dell’ultimo processo, il Borsellino Quater. Particolarmente toccanti le riprese del funerale di Paolo Borsellino: è da brividi vedere la partecipazione da parte di migliaia di uomini e donne di tutte le età ed è resa evidente la presa di coscienza che fecero tutti gli italiani in quel momento, la consapevolezza di doversi muovere in massa contro la mafia.
Coinvolgente, curato e commovente. Pare che Borsellino – adesso tocca a me verrà mostrato ai più giovani nelle scuole. Una testimonianza ben fatta di una fetta di qualcosa di cui il nostro paese è costituito. La mafia, sì. Ma anche grandi personalità come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.