TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI, LA NUOVA DARK COMEDY DI MARTIN MCDONAGH, SCUOTE GLI ANIMI AL FESTIVAL DI VENEZIA
GENERE: drammatico, crime, commedia
DURATA: 115 minuti
USCITA AL CINEMA: 11 Gennaio 2018
VOTO: 4/5
Dopo alcuni film un po’ sottotono presentati in concorso alla 74esima edizione del Festival di Venezia, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri riesce a risvegliare l’attenzione dello spettatore, ponendo l’accento sulla storia di una madre in cerca di giustizia/vendetta per la figlia, barbaramente uccisa.
Scritto e diretto da Martin McDonagh (In Bruges – la coscienza dell’assassino, 7 psicopatici), il film è ambientato nella piccola cittadina di Ebbing, in Missouri, che sette mesi prima è stata scossa dallo stupro e omicidio dell’adolescente Angela Hayes.
Sua madre Mildred (interpretata da una straordinaria Frances McDormand) non si ritiene soddisfatta dall’operato della polizia locale e decide di far appendere tre manifesti per spronarla a proseguire le indagini.
Tuttavia, la sua idea porta a una frattura all’interno della comunità, che fin dal principio si schiera dalla parte delle forze dell’ordine, capitanate dallo sceriffo Bill Willoughby (Woody Harrelson), malato di cancro al pancreas, e dal suo braccio destro, l’ufficiale Jason Dixon (Sam Rockwell).
Mildred non riesce a ottenere neanche l’appoggio della sua famiglia, composta da un ex marito violento e dal figlio Robbie (Lucas Hedges, già visto in Manchester By The Sea), che non vorrebbe conoscere i dettagli sulla morte della sorella “Stuprata mentre moriva” e che a scuola viene insultato e preso di mira per le gesta della madre.
Capace di andare avanti spinta soltanto dal suo desiderio di giustizia – che diviene sempre più brama di vendetta – la donna sfoga la sua frustrazione su coloro che non capiscono le sue scelte, a cominciare dal dentista, che vorrebbe toglierle un dente nonostante non ce ne sia effettivamente bisogno e dal prete, forse chiamato da suo figlio.
“Perché non esiste un Dio e non importa come ci comportiamo gli uni con gli altri? Spero di no”, si domanda Mildred, osservando un cervo in una delle scene che più di altre mostrano il suo isolamento e la sua disperazione, al pari di quella nella quale non può che limitarsi a guardare i tre manifesti bruciare.
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri non offre risposte semplici, né personaggi totalmente buoni o cattivi: proprio come le persone reali, questi sono un misto di luci e ombre, compreso lo stesso Dixon, un poliziotto violento, razzista e omofobo, che forse potrebbe far rinascere la speranza nella protagonista.
Nel complesso il film procede con un ritmo incalzante fra battute ciniche e scene commuoventi, che non possono lasciare indifferente lo spettatore. Proprio quello che finora era mancato in questa edizione del Festival!