I FILM DELLA DICIOTTESIMA EDIZIONE DI ASIATICA AL CINEMA “QUATTRO FONTANE”
Quest’anno Asiatica ha scelto come location della propria rassegna il cinema Quattro Fontane, uno dei più famosi e storici della Capitale. Situato nel cuore di Roma, a metà strada tra il Palazzo del Quirinale e Piazza della Repubblica, il cinema ospiterà, allora, le interessantissime proiezioni della diciottesima edizione (dal 17 al 20 Dicembre) dell’evento, da poco rese pubbliche.
Ad aprire la manifestazione sarà il terzo film di Reza Dormishian, regista iraniano già ospite del festival nel 2014 con I’m not angry (vincitore di una menzione speciale), White Chair. Il film, girato in Nuova Zelanda, arriva in anteprima italiana e in lingua inglese, e si sofferma sulle conseguenze del terremoto, tematica tra l’altro particolarmente vicina al nostro paese. Con quest’ultima fatica, quindi, Dormishian, tradizionalmente legato nei suoi lavori alle radici della società iraniana, alla Tehran della generazione post-rivoluzionaria e ai suoi protagonisti criminali, stavolta cambia completamente registro, adottando un linguaggio innovativo, che lo conferma come uno degli astri nascenti del nuovo cinema iraniano.
Dopo il grande successo di Bride Kidnapping in Kyrgyzstan nel 2004, altro ritorno ad Asiatica è quello del regista cecoslovacco Petr Lom, che nel 2007 ha aperto il Sundance Film Festival con On a Tightrope e nel 2012 ha vinto il premio della giuria al festival di Honk Kong con Back to the Square. Lom torna così in Italia, invece, con Burma Storybook, documentario su una Birmania riemersa dalla dittatura militare, raccontata attraverso le parole del più grande poeta e giornalista birmano Maung Aung Pwint, distintosi nella sua carriera per lo spirito anticonformista e rivoluzionario. Un documentario che si abbandona ai ricordi struggenti di un uomo che non ha mai smesso di lottare per l’indipendenza del proprio paese.
Il cinema indiano, invece, è presente con l’esordiente Siddarta Jatla e il suo Love and Shukla, recentemente presentato in anteprima mondiale al Busan International Film Festival 2017. Protagonista della pellicola èShukla, un giovane appartenente a una famiglia in rovina, che si sposa per esaudire il desiderio dell’amata. Le difficili condizioni economiche dei novelli sposi spingeranno i due a vivere nella stessa stanza con tutti i parenti dello sposo. L’occhio del regista cattura la claustrofobica e tragicomica situazione che i due personaggi sono costretti a subire. Love and Shukla, come anticipato, è il primo lungometraggio di Siddartha Jatla, che ha scelto di curare ogni minimo aspetto della sua opera prima. Jatla è infatti anche produttore del film, nonché autore del montaggio, della fotografia e della sceneggiatura.