Coco: recensione

CON COCO LA PIXAR ESPLORA UN NUOVO MISTERO, QUELLO DELLA MORTE E DELL’ALDILA’

Coco PosterGENERE: animazione

DURATA: 105 minuti

USCITA IN SALA: 28 dicembre 2017

VOTO: 4,5 su 5

Miguel è un ragazzino che sogna di diventare un celebre musicista come il suo idolo Ernesto de la Cruz, ma la sua famiglia non gli permette di realizzarlo, e infatti da generazioni è vietata ogni forma di musica entro le mura di casa. Desideroso di dimostrare il proprio talento, a seguito di una misteriosa serie di eventi, Miguel finisce per ritrovarsi nella sorprendente e variopinta Terra dell’Aldilà, imbattendosi nel simpatico e truffaldino Hector. Insieme scopriranno la storia, mai raccontata, della famiglia di Miguel.

La Disney Pixar torna all’attacco in sala nel periodo natalizio e lo fa più carica che mai: Coco non è solo un’esplosione di colori che prendono corpo grazie a un’immaginario trascinante e a una grafica senza pari, ma anche sentimento e valori. E se a questo siamo abituati da sempre, stavolta i più rimarranno stupiti. Lee Unkrich, premio Oscar con Toy Story 3, e Adrian Molina ci portano in un Paese nuovo in cui mai si era messo piede, anzi in due: da una parte il Messico, dall’altra la Terra dell’Aldilà. Se in Inside Out allo spettatore era mostrato il meccanismo dei sentimenti, ora un altro mistero arriva in scena, la mortalità.

E proprio perché è un tema universale, che colpisce e coinvolge tutti indipendentemente dalla propria religione, il tema è affrontato in modo assolutamente laico, senza Dio, dei, profeti, angeli e santi a fare da accoglienza in un mondo che si sviluppa in altezza e che è popolato da scheletrini. Infatti non serve soffermarsi su cosa in cui si crede, in quanto appare superficiale. Coco si spinge ancora oltre, va al di là della morte fisica, per arrivare ad un altro tipo di morte: si muore ancora una volta quando si viene dimenticati.

E se da una parte la tradizione del Dia de los Muertos vuole famiglie intere raccolte intorno ad altari ricchi di cibo e fiori accanto alle foto dei proprio defunti, Miguel concretizza la diffusa volontà di stare con i propri cari, anche se involontariamente, spingendosi in un mondo insvelato e scoprendo qualcosa riguardo la sua famiglia che placherà vecchi contrasti pacificando gli animi di vivi e morti. E lo fa percorrendo questo sentiero, questo ponte fatto di petali di fiori dorati e lucenti che collega i due mondi, abbattendo una frontiera e superando un confine.

Oltre alla tecnica impeccabile con cui il film è realizzato, Coco è di certo il più musicale mai visto prima in casa Pixar: obiettivo dei registi realizzato in pieno, quello di creare una storia che non possa sussistere se separata dalla musica. In scena mariachi, chitarre e microfoni per dare voce alla colonna sonora originale composta dal premio Oscar Michael Giacchino (UpRogue One: A Star Wars Story), a una canzone scritta dai vincitori dell’Oscar Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez (Frozen – Il Regno di Ghiaccio) e a brani musicali aggiuntivi scritti da Germaine Franco (Dope – Follia e RiscattoShovel Buddies).

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