COS’HANNO IN COMUNE SMILF, THE MARVELOUS MRS MAISEL E GLOW? OLTRE AD ESSERE NOMINATE AI GOLDEN GLOBE SONO SCENEGGIATE E INTERPRETATE DA DONNE
All’inizio di questa settimana sono state rivelate le nominations ai 75esimi Golden Globe (elenco completo), che si terranno il 7 gennaio a Beverly Hills. Tra i tanti nomi spiccano, nel mondo seriale, quelli sceneggiati, creati e interpretati da donne.
Ne è un esempio SMILF presente sia nella categoria di miglior serie tv comedy e sia in quella di miglior attrice accanto al nome di Frankie Shaw, creatrice, sceneggiatrice, regista, produttrice e interprete della serie.
SMILF è l’elaborazione dell’omonimo cortometraggio creato nel 2014 sempre dalla Shaw, vincitore l’anno successivo al Sundance Film Festival del Short Film Jury Award for U.S. Fiction.
La serie tv, ispirata dall’esperienza della creatrice, racconta in chiave comica e molte volte sopra le righe dei problemi di Bridgette, una mamma single che si deve giostrare tra un lavoro precario come baby sitter, il proprio figlio, i provini per diventare attrice, una madre problematica e i propri trascorsi di disordini alimentari. SMILF non si risparmia e tra battute, situazioni assurde e sogni ad occhi aperti alla JD di Scrubs, presenta una ragazza che cerca in tutti i modi di dare il meglio al proprio figlio, finendo a volte per fare peggio.
La Shaw è conosciuta dai più per il ruolo interpretato nella prima stagione di Mr Robot, Shayla Nico, e della cheerleader Mary Jo Cacciatore nella serie tv Blue Mountain State.
Stesso numero di nomination per The Marvelous Mrs. Maisel, portata nel catalogo Amazon Prime Video dalla creatrice delle ragazze Gilmore e dell’universo di Starshollow Amy Sherman-Palladino. A essere nominata come miglior attrice è la protagonista Rachel Brosnahan, presente in serie tv quali House of Cards e The Blacklist.
I botta risposta e le battute a raffica, segni distintivi del lavoro della Sherman-Palladino, aiutano a raccontare come una novella sposa, casalinga, intraprende la strada come stand up comedian nella New York degli anni ’50.
Invece, presente solo nella categoria miglior attrice, per l’interpretazione di Alison Brie, è Glow. La serie tv targata Netflix, uscita quest’estate, racconta i dietro le quinte del primo programma di wrestling femminile andato in onda negli anni ’80.
La serie è stata creata da Liz Flahive e Carly Mensch e tra i nomi dei produttori spicca quello della testa multicolore Jenji Kohan, colei che ha portato a tutti noi Orange is The New Black.
La Flahive e la Mensch erano alla ricerca di un progetto con il quale si potesse raccontare una storia corale con protagoniste femminili quando la loro attenzione è stata attirata dal documentario incentrato sul wrestling professionale, uscito nel 2012, nel quale si parlava del programma Gorgeous Ladies of Wrestling, accorciato in G.L.O.W.
Questa serie tv riunisce diversi personaggi, ognuno con un carattere e una storia personale diversa, che usano il wrestling come mezzo per potersi esprimere e autodeterminarsi. Glow insegna che ogni match di wrestling deve essere caratterizzato da una parte buona e una parte cattiva, e dove il cattivo deve cercare di mettere in luce e far amare il buono dal pubblico.