LUCA GUADAGNINO, FISCHIATO IN ITALIA E OSANNATO ALL’ESTERO: SIAMO SOLTANTO UN PAESE DI INVIDIOSI? INTANTO IL FILM CONCORRE PER 4 STATUETTE AGLI OSCAR 2018
Luca Guadagnino e le quattro nomination all’Oscar di Call me by your name, arrivano finalmente al cinema in Italia: miglior film, migliore sceneggiatura non originale (adattata da James Ivory), miglior attore protagonista (Timothee Chalamet), miglior canzone (Mistery of Love, Sufjan Stevens).
Luca Guadagnino e i suoi “film sui ricchi”, Io sono l’amore e A bigger splash.
Luca Guadagnino e la sua amichetta Tilda Swinton, Guadagnino e le sue amicizie altolocate, il suo essere intellettual chic, o radical chic. “Uno che inizia con Melissa P e arriva all’Oscar”.
Guadagnino che “osa” fare il remake di Suspiria e la Argento lo insulta a morte su Twitter.
Film fischiati a Venezia, film esaltati all’estero. Film considerati “così così” da molti nostri “operatori del settore” ed elogiati da Xavier Dolan, Nolan, Thomas Anderson. Il film è italiano, no il film è americano girato da un italiano, no il film è italo-francese, no è cremasco, anzi bresciano.
“L’ho sempre detto io che era bravo”, dice uno, “Ma non lo detestavi?” risponde l’altro.
Tutti critici, tutti esperti di produzione (e co-produzione), tutti registi, sceneggiatori e distributori.
Nel paese di tutti allenatori. Se non facesse un po’ ridere ci sarebbe da piangere.
Il cinema divide, se fatto bene, si sa. Il cinema arriva agli occhi, al cuore, alla pancia.
Piace, non piace. Un film tu lo ami, l’altro lo odia. Il film di Guadagnino è uscito ieri in sala, e tutti già sanno, dicono, commentano. Ma lo hanno visto? Tutti tutti? Non ci giurerei.
Berlino 2017. Freddo fuori. Entri in sala e ti scaldi. Inizia il film. La bellezza, l’armonia delle forme. Il batticuore. Gli anni 80. Lo zaino Invicta. Le vacanze, la politica. E l’amore. Quell’amore che senti e non conosci, che spinge per uscire e non sai come, dove, quando lasciarlo uscire. Berlino 2017, 2 ore e 12 minuti di film che scorrono, il cuore batte ancora e lacrime, di gioia, di emozione, di non sai cosa. Poi i commenti, bello, bellissimo, insomma, troppo estetico.